I giganti invadono la Terra, recensione del film diretto da Bert I. Gordon.
I giganti invadono la Terra (The Amazing Colossal Man, 1957) è un Fanta-Horror co-scritto e diretto da Bert Ira Gordon, tratto dal racconto di Homer Eon Flint ‘The Nth Man’. Ha ottenuto un riscontro più che positivo al botteghino americano, portando alla realizzazione di un sequel, War of the Colossal Beast, neanche un anno più tardi, sempre con Gordon al timone. L’idea di questo film nasce dall’intuizione del produttore Jim Nicholson che, volendo eguagliare il successo di Radiazioni BX – Distruzione uomo, mette in cantiere il problema opposto. Se nel film di Arnold si parla dell’incredibile uomo restringibile, in quello di Gordon si racconta la storia dello straordinario uomo colosso.
Durante il test dell’esplosione di una bomba al plutonio, il tenente Glenn Manning viene investito dalle radiazioni, riportando ustioni sulla quasi totalità del corpo. Trasportato alla base militare, lo specialista Paul Lindstrom e lo scienziato Eric Coulter fanno quanto è in loro potere, ma non garantiscono alla fidanzata Carol la sopravvivenza dell’uomo. Il giorno dopo, inspiegabilmente, la pelle di Glenn non presenta più alcun tipo di ustione. Il paziente viene trasferito in un’altra struttura ospedaliera e viene detto a Carol che non lo potrà vedere.
Nonostante il divieto, la donna si reca nella nuova struttura e riesce ad entrare nella stanza di Glenn, rimanendo sconcertata nel ravvisarlo trasformato in un gigante alto svariati metri. Lindstrom e Coulter la mettono al corrente che il suo fidanzato cresce ogni giorno e se non si riuscirà a bloccare questa crescita smisurata morirà. Il protagonista di questo film ha dei punti in comune col protagonista del film di Arnold: sia l’uomo colosso che l’uomo restringibile accusano il medesimo spaesamento iniziale e conseguente stato depressivo per quanto gli accade. Si sentono dei fenomeni da baraccone, che nessuno potrà mai volere al proprio fianco.
Dalla seconda parte in poi la psicologia cambia: in Glenn non si avverte né la lotta alla sopravvivenza, né l’accettazione finale della propria condizione come per Robert Scott Carey, bensì un lento e continuo aggravamento della salute mentale. Glenn perde lucidità col l’avanzamento della crescita fisica, diventa aggressivo con le parole e successivamente con i fatti, dimostrandosi una minaccia.
L’afflizione che lo pervade gli fa perdere la sua umanità. Nell’epilogo di Radiazioni BX – Distruzione uomo c’è un’iniezione di positività e speranza per il futuro, di contro, in quello di I giganti invadono la Terra si avverte un pessimismo di fondo e un fato inesorabile che accompagna Glenn. Nel film viene sottolineata una realtà emotiva credibile, una condizione psicologica verosimile e un punto di vista opposto al finale di Arnold. La scelta del titolo italiano enfatizza qualcosa di terribile, che così temibile non è, e sottintende a una quantità numerica di giganti inesistente.
Per far presa sullo spettatore e incuriosirlo, si è puntato spesso, su titoli sensazionali, che lo fossero più degli originali. Il film non mantiene il ritmo iniziale, si alternano momenti congeniali a momenti fiacchi. Dopo un primo sprint che fa salire la suspense, ci sono battute d’arresto, che smorzano la trepidante attesa per ciò che potrebbe accadere. Bert I. Gordon è uno di quei cineasti che durante la sua carriera ha dato molto spazio ai film di fantascienza, cimentandosi in particolar modo con gli uomini giganti, non disdegnando ragni e termiti. Per questo motivo è stato soprannominato Mr. Big. Considerato un Cult, I giganti invadono la Terra è un film godibile e interessante.
I giganti invadono la terra (The Amazing Colossal Man.) USA 1957 Regia di: Bert I. Gordon. Genere: Fantascienza, Horror Durata: 80′. Cast: Glenn Langan, Cathy Downs, William Hudson, Larry Thor, James Seay, Russ Bender, Lynn Osborn, Judd Holdren. Fotografia: Joseph F. Biroc. Musiche: Albert Glasser. Sceneggiatura: Mark Hanna, Bert I. Gordon, George Worthing Yates (non accreditato).
I giganti invadono la Terra, recensione del film diretto da Bert I. Gordon.
Giudizio finale: 6,5/10