Le nostre anime di notte, recensione del libro di Kent Haruf.
Nel Colorado la quotidianità è contrassegnata da un andirivieni di cose solite e, come in questo caso, insolite. Louise e Addie, da tempo in pensione, si conoscono da tempo ma non si sono mai frequentati. Un bel giorno arriva la possibilità di approfondire la conoscenza reciproca e saranno giorni indimenticabili…
Haruf ci restituisce il ritratto vivido eppure sonnolento di una cittadina immaginaria, Holt immersa negli spazi smisurati del Colorado. Tra le Montagne rocciose e fiumi rigogliosi. E se la vita procede lenta e abitudinaria non così è per Louise e Addie, insperatamente vicini e lontani anni luce dalle ripetitività tipiche di una cittadina di provincia. Nel descrivere il giornaliero darsi da fare della neo-coppia Haruf utilizza un metro di scrittura “piano”. Una linearità narrativa che trova il suo apice nei dialoghi semplici, immediati, quasi elementari.
L’entusiasmo ritrovato a oltre ottant’anni, la dolcezza recuperata, la comunicazione riattivata permettono la possibilità di riassaporare una vita diversa, dopo decenni di oblio sentimentale. E’ un amore insperato, di una freschezza inedita, ridipinta dall’età senile e proprio per questo preziosa. Addie è più intraprendente del sornione Louis, apparentemente pacato, che svela nel corso della relazione trascorsi inquieti e drammatici, sorprendendo il lettore.
Il pallino del gioco, o se si vuole, lo scacco matto è in mano a Addie. Tenera e audace, rappresentazione vitalistica che sfugge ai clichè sulla terza età. Spesso banalizzanti e fastidiosamente uniformati ad una ritrattistica da Mulino bianco, una gaudenza marketizzata, omologante. Questo è un fatidico “quarto stato” in cui a marciare non sono i proletari sfruttati ma vecchietti ben attrezzati e consapevoli. Non assalto al cielo della politica ma a quello degli affetti, spesso trascurati dalle trite e ritrite raffigurazioni narrative che imperversano sui media e nell’immaginario collettivo. Un riprendersi la vita, riacchiappandola per la coda, in extremis.
Opera ultima di Haruf, di cui si scorgono echi Hemingwaiani soprattutto nella prosa lineare, prima del suo congedo da questa terra Le nostre anime di notte dimostra come la letteratura possa aiutare a comprendere meglio come vivere bene, o almeno provarci.
Nel 2017 il romanzo è giunto sugli schermi, valorizzato dalla magistrale recitazione di Jane Fonda e Robert Redford. La recensione.
Le nostre anime di notte, recensione del libro di Kent Haruf.
Valutazione finale: 8/10