Lanterna Verde recensione del film diretto da Martin Campbell.
Le incursioni dell’industria di Hollywood nei fertili territori delle pagine a fumetti, condizione di allarmante frequenza nell’ultimo decennio, sono il sintomo della necessità di colmare le imbarazzanti lacune degli atelier della creatività delle produzioni, preoccupate a reggere il ritmo dei cashflows e dei budgets che sovrintendono il marketing del cinema dell’usato.
Il calibrato equilibrio che pare risolvere la scansione delle uscite sul grande schermo delle trasposizioni delle Graphic Novels per i banchi dello spettacolo, sembra tradurre l’intesa fra i due fari dell’editoria a fumetti, la Marvel, attenta all’emissione in franchise di titoli come Hulk, L’uomo ragno, Captain America, X-Men, I fantastici 4, Thor, Iron Man, etc. e la DC, meno incline alla promozione di prodotti eterogenei e possibili distrazioni dalle saghe di Batman e Superman.
Film come Era mio padre, Constantine, V per Vendetta, RED, The Spirit, mettono in scena, salvo forse quest’ultimo, una condizione sociale tradotta con il linguaggio del cinema di una realtà più umana ed ordinaria, che eroica, letta attraverso la carta a colori delle pagine dei libri a fumetti. The Spirit della Dell appartiene alle fila degli eroi di questo mondo, eroi non eroi, non super uomini ma piuttosto ordinari, una contro equazione al deismo greco popolato dalle proiezioni divinizzate dei capricci e dei caratteri umani.
Lanterna verde è un’altra occasione del cinema di interfacciare il linguaggio grafico dei comic books, un impegno intrapreso in modalità attuale e allineato ai canoni della comunicazione spettacolarizzata di questo tempo,con l’ovvio rischio di smarrire per strada contenuti e fermenti. In Lanterna verde il conflitto fra Bene e Male è letto nei termini del dualismo Volontà – Paura, là dove il timore si riveste dell’ombra di un’umanità soggiogata dalla schiavitù e il libero arbitrio è la condizione per il riscatto dell’uomo dalla perdizione. Hal Jordan (Ryan Reynolds) è un pilota collaudatore di aerei dell’ultima generazione.
Fra Hal e la sua collega Carol (Blake Lively) c’è del tenero, ma l’uomo fatica a manifestare sentimenti ed emozioni. Nel cosmo, i Guardiani dell’Universo hanno costituito un’alleanza preposta a mantenere la pace fra gli esseri viventi di ogni pianeta e la Corporazione delle Lanterne Verdi è incaricata di combattere il malvagio Parallax, entità maligna generatrice di paura, dissociatosi dalla Lega e per questo confinata in un lontano settore dell’universo, l’area 666, sul pianeta Ryut, da dove il ribelle fugge ferendo a morte Abin Sur (Temuera Morrison), una Lanterna Verde da cui Parallax era stato vinto e catturato.
Abin Sur, ferito e in fuga, precipita sulla Terra dove,prima di morire, consegna a Hal l’anello verde e la lanterna, simboli dei Guardiani dell’Universo e capaci di conferire poteri immensi a chi sia degno di possederli. Ma per godere di questi benefici e distruggere lo spettro della Paura che minaccia l’universo, Hal dovrà porre la massima fede nella Forza della Volontà.
Il tema biblico è densissimo. Da una piattaforma fantastica dove la creazione di un organismo cosmico preposto alla custodia della pace universale rimanda alla missione di Klatu nell’Ultimatum di Wise, palcoscenico della paura dell’Ignoto Freddo d’Oltrecortina, l’osservazione curva la prospettiva sui Libri della Genesi, con il confino e la caduta dell’Accusatore, l’angelo ribelle fattosi autore delle paure che si alimentano del peccato originale delle creature di Dio, che solo nella libera scelta hanno modo di trovare salvezza.
Ma la forte tematica è scontornata nella dimensione puerile di un racconto da intrattenimento adolescenziale, dove ogni personificazione caratteriale e ogni tipo di dialogo vengono annullate dalla devastante energia degli effetti digitali, padroni assoluti di una pellicola da divertissement cartoonistico senza particolari guizzi.
Il film si snoda con una spettacolarità da suoni e luci, soffocando per necessità di target merceologico qualsiasi accenno ad indagini introspettive e relazionali. Dove il fumetto raggiunge e conquista l’immaginazione regalando al lettore una realtà virtuale cui si accede attraverso l’intensità delle espressioni grafiche e le terminazioni psicologiche dei protagonisti, il linguaggio del cinema è spesso inadeguato a tradurre le stesse sensazioni in egual misura e il mezzo finisce per veicolare informazioni e contenuti diversi.
Lanterna Verde non appaga i puristi per la fedeltà del film all’originale e non conquista una platea disponibile ad un adattamento che Campbell (Golden Eye, Casino Royale) imbeve degli effetti speciali e degli artifizi visuali necessari alla commercializzazione del prodotto di genere.
L’universo scenico della Sony Pictures e l’intera struttura visiva del film processata sull’affascinante grandeur della composizione grafica computerizzata non colma i vuoti lasciati da un impianto narrativo sofferente in sostanza e coesione.
Se Ryan Reynolds brilla come Lanterna Verde per ironia e malia artistica, Peter Sarsgaard incarna il suo personaggio con l’eccellenza di un pathos non percepibile altrove in un film con poco smalto e tante luci,fra Tex Avery e Star Wars, fra Chester Gould e il Batman di Burton, ma non altrettanto genuino.
Lanterna Verde (Green Lantern.) USA 2011 Regia di: Martin Campbell. Genere: Azione, Avventura. Durata: 114′ Cast: Ryan Reynolds, Blake Lively, Peter Sarsgaard, Mark Strong, Temuera Morrison, Jenna Craig, Jon Tenney, Mike Doyle, Nick Jandl, Dylan James, Leanne Cochran, Tim Robbins, Angela Bassett, Amy Carlson, Jay O. Sanders, Taika Waititi, Nick Jones, Griff Furst, Ric Reitz, Deke Anderson, Jeff Wolfe, Garrett Hines, Michael AvMen, Mindy Caraccioli, Bill Ross, Evan Kelly, Jennifer Benton. Fotografia: Dion Beebe. Musiche: James Newton Howard. Sceneggiatura: Greg Berlanti, Michael Green, Marc Guggenheim, Michael Goldenberg. Produttore: Greg Berlanti, Donald De Line. Distribuzione: Warner Bros.
Lanterna Verde recensione del film diretto da Martin Campbell.
Valutazione finale: 6/10