Nel 1944 il Professor Jones e il Professor Shaw, vengono catturati dai Nazisti mentre stanno cercando di recuperare la lancia di Longino, con la quale Gesù venne trafitto dopo essere stato crocifisso. Al tempo stesso vengono a conoscenza dell’esistenza del meccanismo di Antikytera, detto anche Quadrante del destino, ideato da Archimede e grazie al quale la leggenda narra che sia possibile viaggiare nel tempo.
I tempi per Indiana Jones sembrano ormai maturi per appendere frusta e cappello al chiodo, e a nulla sono valsi i tentativi, pur tecnicamente ben riusciti, di ringiovanimento del personaggio per renderlo il più possibile simile alle sue prime avventure. Harrison Ford fa ancora la sua parte fra colpi di frusta, citazioni colte, spacconate e scene slapstick, ma quella che sembrava fin da subito una difficile nuova avventura per il character ideato da Spielberg e Lucas nei primi anni ‘80, in effetti è confermata a visione ultimata.
Un personaggio che purtroppo non riesce più a catturare l’attenzione dei vecchi appassionati della saga, al punto che se il penultimo episodio (Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, 2008) sembrava già 15 anni or sono, utile esclusivamente per lo sfruttamento dell’effetto nostalgia e per aumentare gli incassi, lo stesso si può facilmente dire anche per quest’ultima pellicola nella quale Henry Jones è ormai arrivato al termine della propria vita accademica – il presente narrativo è quello di Luglio del 1969 – in una New York in balia dei festeggiamenti per l’imminente allunaggio.
Film che ha il pregio di sciogliere alcuni dubbi sulla vita privata di ‘Indy’, con un’apparizione di Karen Allen, ancora nel ruolo di Marion Ravenwood, e in cui ancora una volta i nemici saranno come sempre i Nazisti, il cui capo, l’astrofisico Jürgen Voller, viene egregiamente impersonato dall’attore danese Mads Mikkelsen, arruolato dopo la conclusione della seconda guerra mondiale dalla NASA e che nell’immaginario del regista James Mangold vorrebbe forse rappresentare il continuum narrativo con il René Belloq portato in scena da Paul Freeman.
Nonostante questi dati positivi la pellicola non lascia però tracce o ricordi particolari, e il film a detta dello stesso Ford rappresenta, per evidenti limiti d’età, il canto del cigno per uno dei personaggi più iconici e pop del mondo della settima arte. Probabilmente meglio così anche se forse sarebbe stato opportuno non violentarne ulteriormente le gesta con un episodio sgonfio di idee.
Indiana Jones e il quadrante del Destino (Indiana Jones and the Dial of Destiny) USA, 2023 Regia di: James Mangold Genere: Azione, Avventura Durata: 150′ Cast: Harrison Ford, Phoebe Walker Bridge, Mads Mikkelsen, Antonio Banderas, John Rhys Davies, Toby Jones, Boyd Holbrook, Karen Allen. Fotografia: Phedon Papamichael Musiche: John Williams Sceneggiatura: James Mangold, Jez Butterworth, John-Henry Butterworth, David Koepp Produttore: Lucas Film, Amblin Entertainment, Paramount Pictures Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
Indiana Jones e il Quadrante del Destino, di James Mangold
Valutazione finale: 5/10