Bologna, anni ’70. Sandra, Samuele e Marzio, si conoscono da sempre. Samuele e Marzio, appassionati di musica, fondano un duo incapace però di raggiungere il successo e per questo prenderanno strade diverse: Samuele in banca e Marzio a continuare a cercare fortuna nel mondo dello spettacolo. Sandra nel frattempo sposa Marzio e accantona l’idea di lavorare nel mondo della moda come indossatrice. I tre si rincontreranno dopo molti anni quando le vicende della vita li avranno portati a cambiamenti drastici.
La malinconica vita di tre ragazzi comuni nella Bologna del dopoguerra e le loro aspirazioni tradite dalla perdita di quella giovinezza che lentamente porta a scelte obbligate, o quasi. Pupi Avati ci riporta nella (sua) Bologna in una pellicola che ricorda “Ma quando arrivano le ragazze” (id.; 2005), film con protagonisti Claudio Santamaria e Paolo Briguglia, con l’intrusione adulta di Johnny Dorelli. Anche in quel caso la musica era il collante di un’amicizia storica che però lentamente si sfaldava a causa della bravura di Nick (Santamaria) e della scelta di Gianca (Briguglia) di abbandonare i suoi propositi iniziali.
Anche in tal caso la musica funge da trait d’union con il terzo incomodo di una ragazza che diventerà la fonte di discordia fra i due amici storici. Ma rispetto alla pellicola precedente la Bologna che ci viene offerta è livida come non mai e avvolta da una trama che non offre nuovi spunti. Non bastano una colonna sonora, affidata a Sergio Cammariere e Lucio Gregoretti, e una fotografia di pregio firmata da Cesare Bastelli, per ottenere appigli che possano offrire qualche sussulto pieno di originalità. E a poco servono le ottime interpretazioni di Gabriele Lavia, Massimo Lopez e Edwige Fenech, nelle versioni adulte dei tre protagonisti.
Un peccato perché Avati pur scegliendo alcuni dei tratti che da sempre lo contraddistinguono: i ricordi della giovinezza. Il passato in bianco e nero meglio di un presente nel quale non si ritrova. L’amicizia tradita e l’amore per una bellezza irraggiungibile. Ha anche scelto di far virare la narrazione verso una malinconia e un pessimismo diffusi. Narrando di tre esistenze vittime degli eventi e decidendo di abbandonarsi al rimpianto per una vita trascorsa che ha lasciato il posto a un presente che mostra solo rammarico per scelte sbagliate, per promesse iniziali non mantenute e come i sogni dell’infanzia siano sogni proprio perché incapaci di concretizzarsi.
La quattordicesima domenica del tempo ordinario (id.) Italia, 2023 Regia di: Pupi Avati Sceneggiatura: Pupi Avati Genere: Drammatico Durata: 100′ Montaggio: Ivan Zuccon Scenografia: Marco Dentici Cast: Gabriele Lavia, Edwige Fenech, Massimo Lopez, Lodo Guenzi, Camilla Ciraolo, Cesare Bocci, Sydne Rome, Jacopo Rampini Fotografia: Cesare Bastelli Musica: Sergio Cammariere, Lucio Gregoretti Produzione: Duea Film, Minerva Pictures, Vision Distribution Distribuzione: Vision Distribution
La quattordicesima domenica del tempo ordinario, di Pupi Avati
Valutazione finale: 5/10