a cura di Ciro Andreotti
A Roma Jep Gambardella, giornalista di costume molto noto nel mondo dello spettacolo e del gossip, deve la propria notorietà a: “L’apparato umano”, il suo unico libro scritto quarant’anni or sono e capace di donargli fama e denaro. Jep è però molto famoso soprattutto per la sua vita mondana e le sue feste memorabili dalle quali non si sottrae mai e alle quali dedica gran parte del proprio tempo.
La decadenza dell’impero passa attraverso il volto segnato dagli anni di Jep Gambardella, giornalista, ricco quanto basta, famoso a sufficienza e nichilista quanto Truman Capote, ma con meno talento e meno narrazioni piene d’interesse da fornire ai propri lettori, a causa del genere che cavalca da sempre: il gossip declinato in qualunque sua forma. Un genere che attraversa con passo leggiadro, facendo egli stesso parte del jet set romano del quale scrive e al quale si dedica h24, osservando i propri interlocutori senza mai giudicarli, e anzi vedendosi spesso accomunato loro sullo sfondo di una città eterna, fotografata magistralmente da Luca Bigazzi. Una città capace di racchiudere numerose solitudini: dallo sceneggiatore fallito, Carlo Verdone in un ruolo che pare disegnato per lui; ai membri della curia, che fanno di tutto per non distinguersi dal resto delle persone e personalità, terminando nella solitudine dello stesso Gambardella, segnato da esperienze che toccano un passato che ritorna improvviso alla ribalta, facendolo riflettere sugli anni della sua giovinezza, fin quasi a farlo cercare qualche cosa di più rispetto a un vodka Martini o a un party.
Prova maiuscola del solito Toni Servillo, per la quarta volta diretto da Paolo Sorrentino, e per il quale gli aggettivi necessari per descriverne la bravura risultano superflui, al punto che i Francesi coniarono per l’occasione un nuovo aggettivo: Jepitude per descrivere il modo con cui il protagonista affronta la vita con fare disincantato. Il resto del cast, perfettamente scelto e amalgamatosi, si accoda all’attore campano, offrendoci uno spaccato contemporaneo della capitale e del mondo dello spettacolo, dei politici e degli uomini di potere, tutti più o meno avvolti dalla fama, o desiderosi di raggiungerla.
Pellicola pluripremiata sia al botteghino sia dalla critica, con l’apice toccato la sera del 2 marzo 2014 con la statuetta Oscar per il miglior lungometraggio straniero. E film che va visto se si desidera ammirare Roma in ogni sua declinazione, facendo riflettere sulla vacuità dei giorni d’oggi e sulla figura di un regista molto abile nel narrare storie spesso poste esattamente sotto il viso di ognuno di noi ma che solamente un grande narratore è successivamente capace di trasporre con efficacia sul grande schermo.
La Grande Bellezza (id.) Italia – Francia. 2012 Regia di: Paolo Sorrentino. Genere: Drammatico, Durata: 142′. Cast: Toni Servillo, Carlo verdone, Carlo Buccirosso, Sabrina Ferilli, Serena Grandi, Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio, Iaia Forte, Luca Marinelli, Aldo Ralli. Fotografia: Luca Bigazzi. Musiche: Lele Marchitelli Soggetto: Paolo Sorrentino Sceneggiatura: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello Produzione: Indigo Film, Medusa Film, Babe Films, Pathé Distribuzione: Medusa Film