a cura di Ciro Andreotti
Miami 2017. Il venticinquenne Ray Trapani, dopo essere uscito dal mondo del noleggio delle auto di lusso, viene convinto dal suo socio e amico Sam “Sorbee” Sharma, a entrare in quello delle cripto valute. I due iniziano a raccogliere milioni di euro di finanziamenti per dare vita a Centra Tech, la prima società capace di emettere carte di debito da utilizzare per prelevare in contanti e per poter spendere pagando in cripto valute. Il solo problema di Centra Tech è che tutto quello che promette è frutto di una truffa colossale.
Il produttore e regista Bryan Storkel, specializzato in documentari volti a scoperchiare fatti di costume dai risvolti crime – sempre suo: Untold: Lo scandalo doping nella Bay Area (Untold: Hall of Shame; 2023), con il quale ha indagato il caso dei BALCO Laboratories, rei d’aver dato vita al più grande spaccio di steroidi del mondo dello sport a stelle e strisce – pone al centro di questo nuovo lavoro la figura viscida di Raymond ‘Ray’ Trapani: sottilmente mellifluo, sorridente a sproposito e antipatico quanto basta. Oggi trentatreenne con figli e carico, e sposatosi proprio nel corso delle vicende narrate, ma che proprio per tali vicende non ha mai dovuto sporcarsi più di troppo le mani.
Storkel segue Ray fin dall’infanzia trascorsa ad Atlantic Beach (North Carolina) prevalentemente in compagnia dei nonni e della madre, abbandonata precocemente dal marito, e con un solo e unico desiderio fisso: arricchirsi illegalmente. Desiderio inseguito con grande pervicacia fin dalle prime truffe create in compagnia degli amici d’infanzia assieme ai quali spacciava Fentanyl e Ossicodone. Preferiamo non dilungarci ulteriormente sulle vicende personali del protagonista principale, descritto come un vilain capace di manipolare chiunque, forze dell’ordine comprese. Ovviamente per non rovinarvi la visione di un documentario impreziosito anche, e soprattutto, da una vicenda che affonda le proprie radici in uno dei business più in voga nella new economy: il mercato dei Bitcoin, che già nel non troppo vicino, in termini informatici, 2017, erano terreno di caccia di speculatori senza scrupoli e nel quale le truffe erano ancor di più all’ordine del giorno. A maggior ragione se dall’altra parte c’erano giovani privi di scrupoli e ampiamente scafati. Veloci di pensiero e ai quali altrettanto velocemente si aggiunse il cognato di Sorbee: Robert Farkas.
Attraverso interviste ai truffati e ai truffatori – il solo a sottrarsi è Sharma – a esperti, abbindolati dall’ignoranza sull’argomento e dai lanci pubblicitari con tanto di testimonials di grande fama – uno su tutti il campione di Boxe Evander Holyfield – e dalla credibilità di un progetto che nel suo embrione aveva tutto per essere vincente: trovare un modo, il primo sul mercato, per prelevare e spendere le cripto; fino ai giornalisti, che hanno saputo smascherare un’impalcatura non perfetta ma credibile. Entriamo a gamba tesa nel mondo di Centra Tech e di Ray Trapani, fra tutti i coinvolti non quello dotato della mente più brillante, ma quello che probabilmente ha saputo con fare scaltro e opportunistico ricavare il massimo profitto rimanendo dietro le quinte. Compiacendosene anche nel corso delle riprese al quale non ha voluto sottrarsi, d’altro canto per quale ragione avrebbe dovuto, dato che a oggi la vita e la legge non gli hanno ancora presentato alcun conto da saldare.
Alla fine di una visione non certo nuova in termini di argomenti trattati (siamo sempre nell’orbita del filone del documentario d’inchiesta) in cui la tensione è sempre alta, così come lo sbalordimento per come sia stato tutto possibile. Quella che rimane è la sensazione che oltreoceano figure come quelle di Trapani e soci siano ancora incontrabili nonostante sembrino usciti dalla sceneggiatura di un ottimo heist movie.