a cura di Ciro Andreotti
Dopo tre anni di reclusione, comminatagli per il duplice omicidio di due ladri intenti a rubargli l’auto, il neonazista Derek Vinyard viene scarcerato e può finalmente ritornare a casa. Ad attenderlo, oltre alla madre, c’è anche il fratello minore Danny che lo ha mitizzato al punto di ripercorrerne le convinzioni a sfondo razziale. Tutti però ignorano che Derek abbia avuto il tempo per riflettere in merito alle sue scelte precedenti. Scelte dalle quali ora vuole prendere le distanze.
Incredibile performance per Ed Norton
Un pugno assestato al centro dello stomaco unito a molto bianco e nero e numerose svastiche. Questa la prima impressione derivante dalla visione della pellicola del regista britannico Tony Kaye basata sulla breve storia firmata dallo sceneggiatore David McKenna. Ed Norton presta viso, muscoli e capacità artistica, con tanto di catarsi finale, alla causa dei neo – nazisti di Venice Beach, impersonando l’andata e il ritorno verso la prigione di stato di un ragazzo prima – e di un uomo poi – cresciuto nell’assenza di un padre, vigile del fuoco morto in servizio, al quale sostituisce la seduzione di un fanatico con certezze naziste e a capo di un gruppo di estremisti con poche idee e molta voglia di alzare le mani.
Con il cranio rasato, il corpo deturpato da aquile, svastiche e convinzioni riguardanti la supremazia della razza, Norton porta a Venice terrore e idee fallaci quanto il suo odio. Un odio velocemente riveduto e corretto quando verrà arrestato senza proferire parola, salvo accorgersi quasi subito di aver seguito le idee del mentore sbagliato. La risalita di Derek Vinyard dall’odio nel quale era sprofondato è lenta ma efficace, e lascerà tracce inevitabili e altrettanto evidenti, nella mente del fratello liceale, con il rischio che questi possa cadere nei suoi stessi errori.
Una storia americana molto dura, depurata da qualunque possibile fronzolo e vissuta fra le pieghe della ‘città degli angeli’, in una zona dove le gang s’affrontano a qualunque ora del giorno e della notte e dove la soluzione più semplice potrebbe essere quella d’incolpare il proprio vicino di casa, se asiatico o di colore ancora meglio e ancora più semplice a farsi Soprattutto una storia ancora profondamente attuale e mai socialmente risolta.
Kaye mischia sapientemente le carte per provocare uno scossone nel cuore di chi vede. Norton menan la mani e vi aggiunge ragionamenti che vanno al di là del semplice odio, facendo leva su una logica perversa e Ed Furlong, nel ruolo del fratello Daniel, riesce a tenergli testa. Ai due s’aggiunge un docente ebreo con l’aspetto rassicurante di Elliott Gould. Stacy Keach, noto al pubblico TV per aver prestato il proprio viso al personaggio di Mike Hammer, in quello del mentore con croce celtica Cameron Alexander. E Avery Brooks nella parte indispensabile di un preside di liceo al quale Derek potrà domandare aiuto nel momento del bisogno. Nel complesso pellicola imperdibile, sia che siate appassionati di tematiche sociali o anche solo desiderosi di vedere un grande film.
American History X (id.) USA, 1998. Regia di: Tony Kaye Genere: Drammatico Durata: 120′. Cast: Ed Norton, Ed Furlong, Beverly D’angelo, Jennifer Lien, Ethan Suplee, Fairuza Balk, Elliott Gould, Avery Brooks, Stacy Keach Fotografia: Tony Kaye Montaggio: Gerald B. Greenberg, Alan Heim Soggetto: David McKenna Sceneggiatura: David McKenna Produzione: New Line cinema, SAVOY Pictures, The Turman-Morrissey Company Distribuzione: Medusa