a cura di Ciro Andreotti
Gary Johnson, docente di filosofia di College, per arrotondare lo stipendio svolge anche il ruolo di collaboratore informatico part-time per il distretto di polizia cittadino. Per una serie di eventi Gary inizia a collaborare con il nucleo investigativo come infiltrato, fingendosi un sicario al quale affidare omicidi su commissione. Dotato di un talento del tutto inatteso Gary riesce a portare all’arresto di numerosi mandanti e tutto sembra procedere normalmente fino a quando non si troverà di fronte una donna alla quale sconsiglierà di portare a termine il proprio piano.
Dopo aver impersonato Jake “Hangman” Seresin in Top Gun: Maverick (id.; 2022) e poco prima di arrivare in sala con la rivisitazione in chiave moderna di Molto rumore per nulla, in Tutti tranne te (Anyone But You.; 2023). Il trentaseienne Glen Powell offre una nuova eccellente prova da protagonista al servizio del nuovo film firmato dal regista Richard Linklater, al quale si affianca anche nel ruolo di sceneggiatore di una dramedy basata su un articolo del giornalista di nera Skip Hollandsworth e apparso sulle pagine della rivista Texas Monthly diversi anni or sono.
Hollandsworth, che aveva già collaborato con Linklater alla sceneggiatura di Bernie (id.; 2011), sempre creato basandosi su un proprio articolo, offre ai due sceneggiatori l’opportunità per immergersi in una vicenda tanto curiosa quanto passibile di differenti chiavi di lettura:
“La verità è oggettiva, o forse tutto è modificabile a seconda delle esperienze di chi osserva?”
A vedere cosa avviene nella vita di un mite docente di College. Single dopo una relazione conclusasi con un tradimento subito. Appassionato di Friedrich Nietzsche, Carl Jung e Bird Watching, la risposta propenderebbe per una realtà che vari con l’esperienza.
Tralasciando cosa spinga il professor Johnson a diventare un abile mentitore con le sembianze di un sicario che ogni volta assume fattezze diverse, a seconda del proprio interlocutore, la commedia diretta da Linklater diventa un perfetto meccanismo a incastro che sa strappare sorrisi, riflessioni e un intreccio noir impreziosito dalla bravura di un Powell che catalizza con i propri cambi di registro interpretativo, l’attenzione degli spettatori. Riuscendo a spostarsi dall’essere il professor Johnson al sicario innamorato di una potenziale cliente: la trentaduenne Adria Arjona recentemente apparsa nel poco riuscito cinecomics diretto da Daniel Espinosa: Morbius (id.; 2022).
Passando quindi, per sua stessa ammissione, da essere un “signor nessuno”, o almeno “uno come tanti altri”. A trasformarsi in un uomo che rappresenta nell’immaginario collettivo un ruolo ideale (il killer) alimentato dallo sfruttamento mediatico che ne hanno fatto TV, cinema e letteratura.
Ed è proprio questo del quale s’avvale lo studioso professor Johnson quando impersona
“il killer giusto per ciascun cliente”
Dandone una personale versione mutuata dall’immaginario collettivo.
Si sorride e riflette arrivando a fine film senza imbattersi in buchi di trama o temporali. Con una trama capace d’intrecciare e concludere sia il lato romantico, sia quello esistenziale del protagonista. Pellicola da vedere perché come detto capace di rappresentare il giusto mix narrativo fra differenti generi e menzione decisamente meritata per un Glen Powell perfetto sia per rappresentare l’antieroe della porta accanto sia un fascinoso killer e amante.
Valutazione Finale: 7.5 / 10
Hit Man – killer per caso (Hit Man) USA – 2023 Regia di: Richard Linklater. Genere: commedia, drammatico, thriller Durata: 115′. Cast: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Marietta ‘Retta’ Sangai Sirleaf, Molly Bernard. Fotografia: Shane F. Kelly Musiche: Graham Reynolds. Montaggio: Sandra Adair Scenografia: Bruce Curtis Soggetto: Skip Hollandsworth Sceneggiatura: Glen Powell, Richard Linklater Produzione: AGC Studios, Shivhans Pictures, Monarch Media, Barnstorm Co., Aggregate Films, Cinetic Media, Detour Film. Distribuzione: BiM Distribuzione.
Hit Man – Killer per caso, di Richard Linklater