a cura di Ciro Andreotti
Metà anni’90. Un attore americano di chiara fama sta seduto sul palco del Teatro Parioli di Roma. Alla sinistra un personaggio curioso. Un uomo comune ma interessato alle forme di vita aliene. Quella che potrebbe sembrare una banale intervista fra un appassionato di forme di vita extraterrestre e il giornalista Maurizio Costanzo, si sta per tramutare in uno spassoso botta e risposta tradotto con l’aiuto di un interprete. Una di quelle scene che nessuno si potrà facilmente dimenticare. Al centro del palco si sta infatti consumando uno spettacolo vicino al vaudeville: da un lato l’attore americano. Dall’altro, vittima dello slapstick, l’inerme appassionato di fantascienza mai deriso ma issato al ruolo di spalla; la scena gli viene non troppo inaspettatamente sottratta e la serata si trasforma in quel che l’attore sa far meglio, ovvero fare sorridere con arguzia.
Un uomo travestito da dottore fa irruzione in una stanza di ospedale, un letto accoglie i resti, è il caso di dirlo, di un’ex-montagna di muscoli di più di un metro e novanta a fronte di oltre cento chili. L’uomo è ormai bloccato a letto causa un grave quanto sfortunato incidente. Il dottore gli si avvicina e gli intima con voce decisa, e volto coperto dalla mascherina: “Girati”, l’ex montagna osserva il plantigrado sotto mentite spoglie, questi non fa una piega e nuovamente urla “Girati !!” Ma con una voce sempre più decisa e veemente. La temperatura della stanza aumenta in maniera esponenziale solo quando la maschera del finto medico si abbassa, svelando il viso di un vecchio amico, l’ex montagna, ormai diventata pianura e con il volto emaciato di Christopher Reeve rimane sorpresa, perché l’amico anche questa volta ha saputo fare del suo meglio, ovvero farlo sorridere sempre con la solita manciata di arguzia.
Figlio di una famiglia facoltosa del Michigan, a soli 19 anni l’impostore di cui sopra, occasionalmente appassionato di vita aliena, capisce che la sua vita non è fatta per lo studio di materie professionalmente utili. Decide quindi di piantare il college e iscriversi alla Juilliard School di New York. Luogo perfetto per incanalare il suo talento straripante e per stringere quelle amicizie che dureranno per una vita. E la ‘fu montagna’, che successivamente sorvolerà Metropolis vestendo i panni di Superman, è di certo fra coloro che possono fregiarsi della sua amicizia. Dalla Juliard in poi ci sarà molto, anzi tanto teatro, e un episodio molto fortunato, e all’epoca passato quasi inosservato, niente meno che di Happy Days (id.; 1974-1984). Ecco infatti apparire per la prima volta la passione per la vita aliena del futuro finto dottore: il ruolo è quello di un extraterrestre che desidera studiare le forme di vita del nostro pianeta e per questo vuole portare su Ork, il suo pianeta di origine, niente meno che Arthur “Fonzie” Fonzarelli. Siamo nel 1978 da questa parte dell’oceano si parla di anni di piombo, al di là del medesimo si parla invece di “Mork & Mindy” (id.; 1978-1982), spin-off di Happy Days e serie diventata quasi immediatamente un cult che sul finire dei ’70 approderà anche nel ‘Bel Paese’ riuscendo a sdoganare il talento di quel ragazzo molto strampalato. P.S. doveroso: è ufficialmente nata una stella.
La prima apparizione televisiva di Robin Williams
Passano gli anni e a fronte di uno spirito ilare e di successi televisivi, i problemi si accavallano senza sosta ne tregua. Troppa droga, siamo nel 1982 e John, un amico fraterno, sbaglia la sua dose quotidiana, sparandosene una di troppo e diventando un mito senza saperlo (Ne Parlammo Qui). Troppo anche l’alcool e gli antidepressivi oltre alle numerose (finte) amicizie che si perdono nel nulla. Il primo matrimonio va in mille pezzi come un bicchiere di cristallo calpestato da Godzilla. Il lavoro invece no, il lavoro va alla grande; termina Mork & Mindy e gli anni ’80, iniziati impersonando niente meno che Braccio di Ferro (Popeye; 1980) per Robert Altman e al fianco di Shelley Duvall, diventeranno il territorio di caccia anche del ‘fu ragazzo prodigio’ ormai diventato uomo. Arrivano in sequenza parti di grande effetto. Si passa dal comico alla commedia brillante; in ordine rigorosamente sparso ne citiamo alcune. Il professor John Keating protagonista de L’attimo Fuggente (The Dead Poets Society; 1989) – qui la nostra recensione – ben poco incline alle materie professionalmente utili. Il Dee Jay impegnato sul fronte vietnamita Adrian Cronauer (Good Morning Vietnam; 1987). Il venditore di auto usate Joey O’ Brian protagonista di Cadillac Man – Mister occasionissima (Cadillac Man; 1990), prossimo a beccarsi una raffica di mitra da Tim Robbins. Fino a un padre che si finge governante per amore dei suoi figli: Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre (Mrs. Doubtfire; 1993).
La vita pare sorridere di nuovo all’uomo con il volto da ragazzino e lo spirito da marionetta; i fantasmi vanno e vengono, sempre sotto forma di alcool e affini, la carriera prosegue nel mietere successi indelebili e il suo coronamento professionale arriva nella parte di uno psicologo che deve recuperare un ragazzo prodigio incline alle risse. Siamo nel 1997. Il film è di Gus Van Sant, lo Zio Oscar questa volta (siamo alla quarta nomination) tocca ma finalmente non sfugge (qui la nostra recensione).
Passano altri anni fatti di successi, di matrimoni; in totale alla fine saranno tre. E tanti, troppi disastri personali. Fino alla difficoltà, decisamente singolare, di riuscire a farsi scritturare. La spina si stacca definitivamente a un’ora imprecisata dell’11 Agosto del 2014. Le cause accertate: una malattia rara e degenerativa che se lo stava portando via. Il metodo scelto: una cintura stretta sulla giugulare. Il luogo: la sua villa di Paradise Cay, nella California del Sud.
Chris era già volato in cielo, direzione Krypton, con il suo mantellino rosso fuoco e la “S” vergata sul petto. Robin, ma non quello di Batman, lo ha raggiunto da pochi minuti, gli si avvicina e dice: “Girati !!!…. ti ordino di girarti!!!” ha ancora quel sorriso beffardo che lo accompagna e quei due occhi brillanti e finti come solo certe marionette possono avere.