a cura di Ciro Andreotti
Il sessantenne Newyorkese, ex-docente di meccanica quantistica e quasi premio Nobel, Boris Yelnikoff è un misantropo, attraversato da un grande pessimismo che gli ha da sempre impedito di vedere la vita con un minimo di ottimismo. Sarà l’arrivo di Melody, una ragazza di vent’anni incontrata per caso, che farà tornare a Boris il desiderio di vivere in maniera più costruttiva la propria esistenza
Una trama che prende il via nei’ 70, quando Allen aveva pensato all’attore di teatro Zero Mostel , per il ruolo di protagonista. La scomparsa del comico di origine ebraica aveva però scombinato piani e progetti del regista newyorchese fino a fargli rimandare di oltre tre decenni una pellicola costruita con alcuni dei suoi consueti marchi di fabbrica: L’ambientazione minimalista, il pessimismo cosmico, i dialoghi snervanti e gli interrogativi sull’esistenza terrena, con l’aggiunta di un protagonista che abitualmente sfonda la quarta parete per dialogare con il pubblico in sala.
Un protagonista che offre una tesi elementare ma al tempo stesso capace di affascinare chi l’ascolta. Difendendola fino a una conclusione che, a causa delle vicende narrate, difficilmente lo fa discostare da convinzioni granitiche come il marmo. Perché “basta che funzioni” non è semplicemente un titolo, ma una teoria per la quale Boris Yelnikoff è pronto a scommettere. Ovvero non importa se un’affermazione, una teoria, un evento siano giudicate come giuste o sbagliate, ma se funzionano devono rimanere del tutto inalterate.
Larry David, comico famoso oltre oceano e semi sconosciuto alle nostre latitudini, raccoglie il testimone passatogli dal suo vecchio amico Woody Allen, con la dote doverosa di ogni tic e idiosincrasia possibile, incluse la verbosità, l’ipocondria, una scarsa capacità di accondiscendere il prossimo, fino a una vena umoristica fatto di battute al vetriolo che non risparmiano nessuno.
La pellicola nel complesso funziona pur ricadendo in tutti gli stereotipi del cinema di Allen. Reggendosi quasi esclusivamente sulla figura di Yelnikoff, sul legame con Evan Rachel Wood nel ruolo della ventenne Melody, trattata alla stregua di una semplice comparsa, e su situazioni ai limiti dell’assurdo.
Nulla di innovativo quindi sotto il sole di un regista che curiosamente decise di ripescare dal proprio cassetto una sceneggiatura di oltre trent’anni prima per narrare una vicenda a lui molto vicina: l’amore fra un uomo nella fase calante della sua esistenza e una giovane donna.
Valutazione Finale: 6 / 10
Basta che funzioni (Whatever Works) USA, Francia – 2009 Regia di: Woody Allen Genere: Commedia Durata: 92′ Cast: Larry David, Adam Brooks, Lyle Kanouse, Patricia Clarkson, Evan Rachel Wood, Michael McKean, Clifford Lee Dickson, Yolonda Ross, Carolyn McCormick, Henry Cavill, Ed Begley Jr., Steve Antonucci, John Gallagher Jr., Nicole Patrick. Fotografia: Harris Savides Montaggio: Alisa Lepselter Scenografia: Santo Loquasto Soggetto: Woody Allen Sceneggiatura: Woody Allen Produzione: Gravier Productions, Perdido Productions, Wild Bunch. Distribuzione: Medusa
Basta che Funzioni, di Woody Allen