Iddu. L’ultimo Padrino, di Grassadonia e Piazza

a cura di Ciro Andreotti

All’inizio degli anni 2000, Catello Palumbo è ormai un ex preside di scuola, ex politico e detenuto con l’accusa di aver collaborato con la Mafia. All’uscita dal carcere viene avvicinato dai servizi segreti che gli domandano di contattare il suo figlioccio Matteo Messina Denaro, boss latitante da molti anni, con lo scopo di farlo uscire allo scoperto e poterlo finalmente arrestare. In cambio Catello otterrebbe la cancellazione di tutti i suoi debiti con la giustizia.

Pellicola costruita con largo anticipo rispetto all’arresto di Iddu, pronome con il quale viene nominato il boss latitante a capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. E ad accompagnarci in questa commedia (nera) dell’arte nella quale l’unica cosa certa è che ci si trovi di fronte a una serie di criminali di vecchissima data, figli della primissima Repubblica, la figura grottesca e combattiva del solito (splendido) Toni Servillo, che su richiesta della coppia di registi siciliani, autori anche di soggetto e sceneggiatura, ci sa offrire un punto di vista diverso rispetto a quella serietà della quale s’imbevono spesso le vicende tristi del nostro paese.

Perché Servillo – Catello è un uomo che ha fatto del suo potere e della sua incredibile intelligenza strategica, le proprie armi migliori, grazie alle quali costruire una carriera rispettabile, ma di semplice facciata. Una carriera della quale, a distanza di sei anni, e dopo un arresto con evidenti implicazioni mafiose, non è rimasta la benché minima traccia. Attorno a lui si muovono una serie di personaggi manipolabili, comici, paradossali, grotteschi. I due fratelli del boss latitante, impersonati da Daniela Marra e Filippo Luna. Il proprio perimetro famigliare con membri degni di una commedia di De Filippo e il gruppo di agenti dei servizi segreti, anche loro non immuni dalla derisione più o meno velata che non risparmia nessuno. Il solo a rimanere ammantato dal proprio alone di mistero e seriosità è il boss latitante, Elio Germano, come sempre abile nel tratteggiare il proprio personaggio, ma meno sovraesposto del solito; ospitato da una vedova (Barbara Bobulova) decisamente poco incline a fare domande, ma veloce a battere a macchina i ‘pizzini’ da consegnare settimanalmente, per perpetuarne il dominio sull’isola.

Vicende criminali quindi note al pubblico, perché spesso già raccontate e romanzate, ma che per via di una scelta narrativa che, come detto, non è di certo ovvia, riescono a riportare alla mente il recente successo televisivo di The Bad Guy (id.; 2022 – in produzione) accompagnando lo spettatore a una serie di considerazioni finali del tutto fuori scala.

Grassadonia e Piazza riescono infatti a privare il boss della propria aura di terrore. Spingendo l’acceleratore verso l’assurdo. Narrando, per una volta, una storia che, seppur liberamente ispirata al rapporto epistolare fra Denaro e l’ex sindaco di Castelvetrano: Antonio Vaccarino, non fa altro che delegittimarne la figura. Anche se potere e terrore che trasudano da ogni espressione, da ogni decisione presa e da ciascun flashback, non possono lasciare indifferenti gli spettatori. Pellicola da vedere perché ben distante dall’essere agiografica, ma decisamente molto evocativa.

Valutazione Finale: 7 / 10

Iddu. L’ultimo Padrino (id.) Italia, 2024 Regia di: Fabio Grassadonia, Antonio Piazza Genere: Thriller Durata: 122′ Cast: Elio Germano, Toni Servillo, Daniela Marra, Barbara Bobulova, Giuseppe Tantillo, Fausto Rossi Alesi, Tommaso Ragno Fotografia: Luca Bigazzi Musiche: Colapesce Montaggio:Paola Freddi Scenografia: Gaspare De Pascali Soggetto: Fabio Grassadonia, Antonio Piazza Sceneggiatura: Fabio Grassadonia, Antonio Piazza Produzione: Indigo Film, Rai Cinema, Les Films du Losange Distribuzione: 01 Distibution

Iddu. L’ultimo Padrino, di Grassadonia e Piazza