Nessuno mi può giudicare, di Massimiliano Bruno

a cura di Ciro Andreotti

Alice è una benestante trentacinquenne con famiglia modello e modi altrettanto sbrigativi nei confronti della propria servitù extracomunitaria. La sua vita cambierà drasticamente quando rimarrà vedova con una marea di debiti da saldare e l’obbligo di lasciare la sua villa.

La discesa sociale di una signora con marito imprenditore, villa alla periferia di Roma, figlio di nove anni che frequenta istituti privati, e servitù extracomunitaria ai margini del macchiettistico, con l’aggiunta di molte situazioni che spesso terminano nell’assurdo, alle quali si aggiungono le incursioni di Caterina, la più giovane dei membri della famiglia Guzzanti. E con una location degli eventi che trova in un quartiere, il Quarticciolo, sia la propria linfa vitale, sia un protagonista aggiunto perché necessario per confermare la discesa sociale di Alice. Un quartiere descritto come la quinta essenza di quanto di più anti-borghese e proletario ci possa essere.

Questa è la veloce sintesi della pellicola diretta e sceneggiata da Massimiliano Bruno, con la partecipazione in qualità di soggettista e co-sceneggiatore, di Fausto Brizzi, che di lì a breve avrebbe portato al cinema, nel ruolo di produttore, Boris – Il film (id.; 2011), pellicola di successo tratta dalla serie omonima e con il compianto Mattia Torre fra gli sceneggiatori e soggettisti.

La storia di Alice risulta alla fine un piacevole spaccato della nostra penisola, con una professione come la escort molto di moda di questi tempi ma qua trattata con la leggerezza che solamente i veri film comici di razza sanno offrire. Una comicità che lascia lo spazio alle splendide battute al vetriolo di Rocco Papaleo, imperdibile quella dedicata al cinema di Nanni Moretti. Ma una pellicola che al tempo stesso perde una buona occasione per trattare una serie di temi interessanti, come la prostituzione e il lavoro precario, le periferie degradate delle metropoli così come il cambio di livello sociale contro cui va a infrangersi la protagonista, Paola Cortellesi all’epoca ancora e solo nelle vesti di attrice brillante, e molto prima di virare anche verso la carriera di regista. Assistita anche da un cast di supporto di grande rilievo nella quale spiccano la già citata Caterina Guzzanti, Anna Foglietta, Lillo Petrolo, Lucia Ocone e Valerio Aprea oltre al co – protagonista Raoul Bova.

Più che sufficienza quindi decisamente meritata per un film che però avrebbe potuto far ridere e riflettere al tempo stesso e non disperdere una possibilità così succosa in maniera eccessivamente banale.

Valutazione Finale: 6,5 / 10

Nessuno mi può giudicare (id.) Italia, 2011 Regia di: Massimiliano Bruno Genere: Commedia Durata: 96′ Cast: Paola Cortellesi, Raoul Bova, Rocco Papaleo, Dario Cassini, Lillo Petrolo, Anna Foglietta, Caterina Guzzanti, Valerio Aprea, Massimiliano Bruno, Lucia Ocone. Fotografia: Roberto Forza Musiche: Polo Buonvino Montaggio: Luciana Pandolfelli Scenografia: Sonia Peng Soggetto: Fausto Brizzi Sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Edoardo Falcone, Fausto Brizzi Produzione: IIF Italian International Film, RAI Cinema Distribuzione: 01 Distribution

Nessuno mi può giudicare, di Massimiliano Bruno