“Mi chiamo Arthur Gordon Pym” inizia così uno dei racconti più rappresentativi dello scrittore Edgar Allan Poe: con il protagonista che si presenta al lettore e introduce la sua storia avventurosa e da brividi.
La Mondadori ristampa questo lungo racconto del 1837 nella collana Oscar dal gennaio 1981, con un riscontro di pubblico sempre positivo e attento.
È una lettura che dall’inizio alla fine stimola la voglia di sapere cosa accadrà dopo ogni situazione inaspettata in cui il protagonista si verrà a trovare, tenendo il lettore in apprensione e al contempo incuriosito dallo svolgersi degli eventi.
Arthur Gordon Pym è un giovane di Nantucket, che ama il mare come il suo amico Augustus.
Un giorno decide di nascondersi, con l’aiuto dell’amico, nella stiva della nave di Mister Barnard, il padre di Augustus, e poter vivere un’avventura per mare.
I giorni passano lenti nel suo nascondiglio e Arthur spera che Augustus venga a liberarlo presto. Le provviste e l’acqua sono pressoché finite e il ragazzo, nel cercare di dormire, inizia ad avere dei sogni allucinanti.
Finalmente Augustus va a prenderlo per portarlo fuori e gli racconta dell’ammutinamento della ciurma e di come lui sia salvo grazie all’interesse di un certo Peters, che lo ha preso in simpatia. Peters venuto a conoscenza della presenza di Arthur, chiede ai due amici di aiutarlo a riprendere il controllo della nave. Dopo esserci riusciti per un pelo però, a causa di una tempesta si troveranno ad affrontare un naufragio, che rischia di trasformarsi nell’ ultima avventura di Gordon Pym.
Edgar Allan Poe – morto quarantenne il 7 ottobre 1849 – è uno dei più grandi narratori del mistero e dell’horror psicologico, con una mente immaginifica che è saputa andare oltre.
I suoi racconti sono dei capolavori indiscussi, dai quali si trae spunto al cinema, a teatro e vengono citati omaggiando di fatto questo creatore di sogni allucinati e fantasie decisamente fuori dal comune, che sanno cogliere il lettore di sorpresa e conquistarlo. Un esempio è la citazione di un versetto della poesia “Il Corvo” nel film “The Raven” (Eagle Pictures, 2012), in cui si raccontano le ultime settimane di vita dello scrittore in maniera romanzata.
“Le avventure di Gordon Pym” racconta una serie di peripezie vissute dal nostro eroe tutte per mare: un ammutinamento, un naufragio, l’incontro con una tribù di selvaggi e l’esplorazione dell’Antartide, che riesce a catturare l’attenzione e appassionare sia il lettore amante di questo genere, che quello meno avvezzo. Unico neo per quest’ultimo potrebbe essere la descrizione capillare delle varie isole che a un certo punto Arthur e gli altri si trovano a transitare, elencandone la latitudine e la longitudine, la fauna e la flora.
Fatta eccezione per il suddetto neo, la lettura è fluida e trasporta il lettore nella stiva asfissiante con Arthur, poi sulla piroga in mezzo all’Oceano, raggiungendo un epilogo che lascia incuriositi, forse un po’ interdetti da una mancata continuazione, ma soddisfatti alla fine di veder “sorgere sul nostro cammino una figura umana dal volto velato, di proporzioni assai più grandi che ogni altro abitante della terra” come per Arthur Gordon Pym.
Le avventure di Gordon Pym Titolo Originale: The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket
Autore: Edgar Allan Poe Traduzione: Elio Vittorini Introduzione: Harold Beaver Casa editrice: Mondadori, 2018 – Oscar Classici Pagine: 243 Prezzo: € 9.00