Negli anni 50 l’America era nel pieno della guerra fredda. Il furore antisocialista si incarnava nel maccartismo, nella delazione di personaggi del mondo del cinema, del teatro, dell’arte, della letteratura. E della vita comune. Dalle frange meno allineate, politically freaks, fuoriusciva il livore di una generazione post bellica desiderosa di conquistare il mondo. In barba alle ferree ed elitarie regole del bon ton politico. La recensione del film L’attimo fuggente di Peter Weir.
Quasi immediatamente si affacciò la beat generation e di li’ a poco la multicolore esperienza hippy e la rabbia studentesca contro l’intervento in Vietnam. Le pantere nere, Malcom X e Martin Luther King. Il gran finale al tramonto degli anni sessanta a Woodstook fu l’incontro magico tra il Gotha del rock e il variegato mondo della gioventù statunitense.
Un evento epocale, Woodstock avrebbe dovuto essere 3 giorni di pace,amore e libertà.
In realtà fu il primo esperimento su larga scala di capitalizzare la critica alla società dei consumi. Innescando processi di mercato che ben poco avevano a che fare con la rabbia giovanile.
Ancora una volta l’establishment riassorbirà a suo uso e consumo la protesta giovanile e il vento innovativo che da essa avrebbe potuto spirare. Controcorrente usciranno Zabriskie point, l’Impossibilità di essere normale, If, Fragole e sangue, solo per citarne alcuni. Riferimenti cinematografici imprescindibili per capire la rivolta universitaria e giovanile.
L’Attimo fuggente si colloca nel periodo che precede le grandi mobilitazioni collettive, quegli anni ’50 così bene immortalati da Grease.
Il film ci consegna la battaglia di un insegnante nel trasmettere amore e passione per la poesia, ai suoi giovanissimi allievi. John Keating è il professore di letteratura con un passato nello stesso istituto ed entra letteralmente nei panni di uno straordinario e funambolico Robin Williams.
Un pò come certi personaggi interpretati dal grande Gian Maria Volontè (Aldo Moro, Giordano Bruno, Carlo Levi tra gli altri).
Certo, il college in cui insegna Keating è esclusivo, niente lotta di classe e minoranze oppresse, e lo stesso professore è consapevole che qui si formerà la futura classe dirigente americana. Alcuni accedono per tradizione familiare, altri faticano per la retta annuale, la selezione è durissima, la didattica e le regole sono asfissianti e immutabili.
Nonostante ciò, il clima generale è ordinario sospeso tra il formalismo del corpo docente e la naturale, timida irriverenza degli scolari. Keating-Williams esordisce con una visita alle bacheche fotografiche della scuola dove sono conservate le immagini di intere scolaresche di tempi remoti.
E mentre su suo suggerimento gli allievi si avvicinano alle foto, Keaton sussurra tra lo spettrale e il profetico: “carpe diem, rendete straordinaria la vostra vita, ragazzi”.
Per la classe è una rivelazione, un moltiplicatore di curiosità, un potente antidoto alla banalità del normativismo dirigistico del college. Le lezioni di Keaton sono sempre stimolanti, ricche di spunti, di ironia. Una maieutica salutare che toglie parecchia polvere da sepolcri imbiancati, da figure e metodi antiquati, senza per questo rinunciare a una realistica assunzione di ruoli. Docente e discente consapevoli delle proprie diversità ma comunque dialoganti e interattive.
Peter Weir, regista australiano intesse uno straordinario ritratto di uno spezzone minoritario, della vasta e poliedrica terra d’oltreoceano.
E lo confeziona per un pubblico raffinato, esigente che non vuole essere rassicurato dagli innumerevoli happy end di cui è disseminato mezzo mondo. E una serie di domande, per ultimo: quale parallelo potrà mai esserci tra il pacifico e anticonformista John Keating e i vari leader pre-post sessantottini, anni dopo? I loro cuori avranno battuto invano? E ora?
L’attimo fuggente (Dead Poets Society) USA: 1989 Regia di: Peter Weir Genere: Drammatico Durata: 128′ Cast: Robin Williams, Ethan Hawke, Norman Lloyd, Robert Sean Leonard, Josh Charles, Gale Hansen Nelle sale dal: 1990. La recensione del film L’attimo fuggente di Peter Weir.