Recensione del film Mi chiamo Francesco Totti, agiografia dell’ex capitano romanista narrata con la voce dello stesso Francesco Totti. Girata dal cinquantatreenne Alex Infascelli, noto per numerosi videoclip e per altrettanti film non certo di cassetta, ma che come “Il siero delle Vanità” e “Almost Blue“, furono favorevolmente accolti dalla critica. Questa volta Infascelli ci porta nel cuore della Roma giallo rossa e alla vigilia dell’ultima gara giocata dal calciatore più rappresentativo della capitale. Vera icona e metro di giudizio per ogni bandiera del passato e del futuro.
In un’epoca nella quale le bandiere sportive non sono più abituate a essere sventolate, il Totti calciatore, decise di restare sempre a Roma. Aiutato, affiancato e consigliato da amici e famigliari che appaiono in filmati di repertorio. Rifiutando le avances di club ben più prestigiosi per potersi trasformare in un’icona che nella Roma, squadra per la quale tifava fin dall’infanzia, non ha visto solo un club calcistico ma un modo per potersi affermare e restituire qualche cosa alla propria città.
Recensione del film Mi chiamo Francesco Totti, ispirato al libro “Francesco Totti, un capitano” di Paolo Condò e Francesco Totti – Rizzoli editore.
In un’epoca nella quale le bandiere sportive non sono più abituate a essere sventolate, il Totti calciatore, decise di restare sempre a Roma.
Partendo dalla biografia scritta a quattro mani dallo stesso ex capitano assieme al giornalista Paolo Condò, il film prende il via in un immaginario prepartita. Nell’attesa di scendere in campo per l’ultima volta e dopo venticinque anni da professionista. In un percorso dove l’uomo prima, e solo poi il calciatore, si gira per ripercorrere la propria infanzia e i primi calci tirati nella scuola calcio a pochi passi da casa e poi su fino ai successi, allo scudetto vinto nel 2001, al mondiale di Germania, ai battibecchi con gli allenatori e il pubblico, alle lacrime dei tifosi e la stima degli avversari.
Documentario che sarà molto apprezzato dai tifosi giallo rossi. Ma film che al tempo stesso non riesce a catturare completamente gli interessi di uno spettatore neutrale e a digiuno d’italica pedata perché, nonostante il tentativo del regista di far recitare all’ex ragazzino prodigio il ruolo d’Io narrante, la pellicola non riesce a lasciare traccia di qualche cosa che vada oltre agli eventi sportivi fino a scivolare da quest’ultima in qualche cosa di più personale.
Mi chiamo Francesco Totti (Id) Italia: 2020 Regia di: Alex Infascelli Genere: Biografico Durata: 101′ Cast: Francesco Totti Nelle sale dal: 19 Ottobre 2020