“Songbird“, la recensione del film sul Covid-19 di Adam Mason.
Il virus Covid-23 è mutato e il mondo è al suo quarto anno di lockdown. Gli americani infetti vengono portati via dalle loro case e costretti a stare in campi per la quarantena, dai quali non c’è possibilità di fuga. Solo pochi coraggiosi provano a combattere contro le forze d’oppressione. In un clima distopico, il corriere Nico, immune al virus, trova amore e speranza in Sara, anche se l’isolamento di lei proibisce ogni contatto fisico tra loro. Quando si crede che Sara sia stata infettata, Nico intraprende una disperata corsa contro il tempo per le strade di Los Angeles alla ricerca dell’unica cosa che può salvarla dall’imprigionamento o da qualcosa di molto più tragico…
Songbird è un film dalla doppia personalità, che patisce il fatto che sia uscito sfruttando la scia della pandemia…
Il regista Adam Mason dirige “Songbird” cercando di cavalcare, anche in maniera furba, l’onda causata dalla pandemia da Covid-19. Il risultato è purtroppo deludente. Il film è sdolcinato e scontato e fin troppo focalizzato sulle vicende amorose dei due ragazzi. La sceneggiatura, firmata dallo stesso Mason in collaborazione con Simon Boyes, è frammentaria e didascalica. Si concentra troppo nel mostrare come la società possa mutare il proprio stile di vita con un lockdown senza fine ne speranza.
Mason cerca chiaramente di sfruttare l’empatia generata dal Covid-19, e nel farlo contestualizza la più classica delle storie d’amore. Introducendo però personaggi poco delineati, mai approfonditi, e fin troppo stereotipati. In ogni caso è da segnalare l’impegno profuso dagli attori nel caratterizzare i personaggi, per quanto costruiti in modo approssimato. A tal proposito, va segnalata la buona dose di talenti presenti nel film. Oltre ai due protagonisti interpretati da KJ Apa e Sofia Carson, sono presenti nomi di tutto rispetto quali Demi Moore, Alexandra Daddario, Bradley Whitford, Peter Stormare e Paul Walter Hauser. Quest’ultimo acclamato dalla critica nel 2019 come migliore attore rivelazione per il suo ruolo in Richard Jewell.
Ottima la fotografia di Jacques Jouffret, che ci delizia con inquadrature inquietanti a campo lungo di una città priva della popolazione e piena di checkpoint. Perfetta e oggitivamente in tema, la colonna sonora firmata dall’esperto Lorne Balfe.
“Songbird” è un film dalla doppia personalità, che in tutta onestà patisce il fatto che sia uscito sfruttando la scia della pandemia. Ottimamente fotografato e musicato difetta in una sceneggiatura debole nel caratterizare i personaggi. Se però fosse uscito ai tempi di “Contagion” di Steven Soderbergh i giudizi sarrebero stati comunque diversi…
Songbird (Id.) USA 2020 Regia di: Adam Mason Genere: Drammatico, Thriller, Azione Durata: 90′ Cast: K.J. Apa, Sofia Carson, Craig Robinson, Bradley Whitford, Peter Stormare, Demi Moore, Alexandra Daddario, Paul Walter Hauser. Musiche: Lorne Balfe. Sceneggiatura: Adam Mason e Simon Boyes. Fotografia: Jacques Jouffret.
“Songbird“, la recensione del film sul Covid-19 di Adam Mason.