Recensione libro Gli annegati, di Lorenzo Monfregola.
“Gli annegati‘ è l’opera prima di Lorenzo Monfregola, giovane giornalista freelance che vive a Berlino dove svolge attività di consulente letterario e esperto di politica internazionale.
Arthur Cipriani è un ultra trentenne lavoratore digitale, che ha un incubo ricorrente: essere inghiottito dalle acque dello Sprea, fiume che bagna Berlino. Di ritorno da Kuala Lumpur il suo quotidiano viene contrassegnato da visioni nefaste, un suo scampato annegamento, un uomo che lotta con lui nell’acqua. Nelle allucinazioni si salva. Esce dal fiume limaccioso, la cui essenza viene introiettata, pervadendo completamente il suo essere, e comincia a vagare alla ricerca di amici che lo possano ospitare.
Pieno di dubbi, di ansietà, fradicio letteralmente dalla testa ai piedi finalmente trova i suoi vecchi amici, lasciati a Berlino prima di spostarsi in Estremo Oriente per lavoro. Fatica a ricordare il suo nome, tenta di ricostruire la sua identità, sopravvissuto forse ad una morte cruenta (ma non ne ha le prove). Gli amici ritrovati, tutti più o meno accasati, lo accolgono a braccia aperte e lo consegnano alla città. Una Berlino ricattata dalla ideologia della rapidità, dei lavori a termine, delle collaborazioni, della spaccature post ’89. Dei deliri di una rinascente destra nazista regalo degli speculatori che hanno lucrato sulle rovine della Germania Est (altro incubo, questa volta si realizzato) sparata a mille nel consumistico mondo di Das Kapital.
Monfregola getta uno sguardo attento sulla generazione dei trentenni Italiani.
Monfregola utilizza una scrittura parlata in prima persona, nervosa, palpitante, ricca di espressioni che un tempo avremmo chiamato gergali. Ma che in questo contesto narrativo rende efficace la vividezza delle relazioni, le da un tocco di malinconica e sincopata modernità narrativa. Lo stile immediato, spesso senza fronzoli veicola un tempo preciso, il nostro, dove l’ansia da prestazione come imperativo categorico domina quasi ogni aspetto tanto da far parlare di “colonizzazione del privato” in Habermas.
Ma al di la’ di constatazioni di facile sociologia, Monfregola getta uno sguardo non distratto sulla generazione dei trentenni italiani. Alle prese con una costante precarizzazione del lavoro, post-politici ma ideologizzati dalla inesorabile presenza del mercato delle cose,degli affetti,dei rapporti sociali.
Una sorta di utilitarismo di risulta, dopo gli slanci collettivi di mezzo secolo fa naufragati nel mare monstrum del narcisismo di massa, marcato dall’ossessione pervasiva e permanente che solo l’io è essenza, principio primo e ultimo di ogni manifestazione vitale al di la’ di ogni legame solidaristico. Solo i gruppi, piccoli di amici (e per una minoranza la vita associativa) garantiscono la flebile tenuta di un tessuto sociale sbrindellato, preso a mazzate da diseguaglianze crescenti ed egoismi ormai mostrati alla luce del sole. In attesa del prossimo medioevo annunciato oramai da tempo.
Recensione libro Gli annegati, di Lorenzo Monfregola.