Intervista al regista e scrittore per la tv Andrea Costantini. Intervista realizzata da Ciro Andreotti.
Abbiamo parlato con Andrea Costantini, regista, scrittore per la tv e il cinema, oltre che formatore per il mondo della settima arte. Buona lettura.
Raccontaci brevemente della tua formazione e carriera. Ho iniziato a 20 anni sui set come runner per fare poi tutta la scalata di Produzione, segretario, ispettore, direttore e produttore esecutivo, fino ad aprire la mia casa di produzione con cui ho prodotto e coprodotto 8 film (principalmente con Rai Cinema). Durante questi anni intensi però, giravo da Regista cortometraggi appena potevo, fino all’esordio vero e proprio con il mio primo film “Dentro la città”. Da lì in poi pian piano sono passato stabilmente alla regia.
Ho recentemente recuperato “Dentro La Città”. Nella mia critica ci ho visto di certo i film polizieschi dei ’70 ma anche una passione per la letteratura pulp di Ed McBain, con il suo 87°distretto. Ci ho visto giusto oppure ho sbagliato ignominiosamente? In qualche modo si, perché io mi ispiravo anche a NYPD Blue che è partito proprio dai quel romanzo. Come film di riferimento va menzionato sicuramente anche Legge 627 di Bertrand Tavernier che mi ha influenzato fortemente. Per quanto riguarda i poliziotteschi anni ‘70, molti ci hanno trovato dei riferimenti, ma sono più casuali, per via del tema trattato.
Quale, potendo, la pellicola che ti piacerebbe girare e quale l’attore che gradiresti dirigere? Su questo tengo il riserbo perché con l’anno nuovo torno sul Set con un film “bomba”, sia per la trama che per la tecnica di ripresa. Posso solo anticiparvi che ci sarà molta adrenalina.
Come mai dopo questa prima bella prova non ti sei più cimentato dietro La macchina da presa preferendo la veste di produttore? Ovviamente non del tutto esatta questa osservazione dato che dietro la macchina da presa ci vai e anche spesso ma soprattutto per il mondo della fiction. Un mondo che soprattutto ora, causa pandemia, può rivelarsi un vero toccasana per chi lavora nel mondo dello spettacolo. Per un po’, dopo gli anni da produttore, sono tornato in veste di regista con la fiction, quella della prima serata di Rai Uno. Poi ho rifiutato una serie di proposte proprio perché volevo fare un cinema più forte e vicino ai miei gusti, qualche anno fa c’è stato un film che si è fermato a pochi metri dal traguardo, e questo ha un po’ rallentato i miei piani, ma ora sembra che ci siamo.
Quale il livello di salute della fiction italiana? Che personalmente reputo valida con produzioni soprattutto di ottimo livello prevalentemente nel mondo del poliziesco. Rispetto allo stato di salute direi che l’avvento delle piattaforme ha costretto tutti ad alzare l’asticella, mi sembra si facciano prodotti migliori, anche se molte delle cose italiane che vedo mi lasciano perplesso. Prima di lamentarsi dei budget, il problema per me è il coraggio e in parte il mestiere del regista, la nuova ondata, tranne qualche caso, mi sembra abbia partorito dei registi non completamente preparati, ma questo è un giudizio del tutto personale.
Non solo cinema e tv ma anche letteratura con il romanzo “La luna a mezzogiorno”. Ma fra Le differenti attività meglio scrivere per il cinema, per la TV o per l’editoria? Intorno a Marzo (piccolo scoop) esce il mio secondo romanzo con Fandango libri! Io personalmente mi trovo più a mio agio con il cinema, essendoci cresciuto, scrivo “vedendo già” quello che metto su carta.
Per concludere. Ti occupi anche di corsi di recitazione per attori professionisti. C’è qualche aneddoto da dietro le quinte riguardante qualche volto noto del grande o del piccolo schermo che ci puoi svelare? Questo è diventato ormai un secondo lavoro. Aneddoti non so, ma considera che alcuni attori e attrici oggi famosi, sono passati da me. E nella palestra di recitazione (così considero i miei corsi) questi devono essere pronti a tutto.
Mi viene in mente questo episodio: Lavoravo sulle improvvisazioni, quindi gli attori seguivano il personaggio ma non avevano una scena scritta, improvvisavano. 10 minuti prima raggiungo uno dei due attori in bagno e di nascosto gli do una pistola “replica” (di quelle che si usano sul set, uguali di peso e misura alle originali solo che non sparano). Gli dico a un certo punto ti arrabbi e tiri fuori la pistola come se avessi veramente perso la testa e lo minacci. Nessuno sapeva. Così succede un casino, gli altri giovani attori seduti a guardare quando questo urla e tira fuori il ferro, scappano! fuggi fuggi generale, l’altro che minacciato decide di saltargli addosso per evitare di farsi sparare. Insomma alla fina grandi risate ma 2/3 minuti di panico. Però forse vuol dire che il giovane attore era già bravo e credibile, non a caso oggi è una celebrità.
Intervista al regista e scrittore per la tv Andrea Costantini. Intervista realizzata da Ciro Andreotti.