Febbre da cavallo, recensione del film di Steno.
A Roma nei pressi delle sale scommesse si aggirano alcuni appassionati di corse di cavalli. Bruno Fioretti detto ‘Mandrake’, attore semi disoccupato e perennemente fidanzato con la barista Gabriella. Armando Pellicci, detto ‘Er Pomata’, disoccupato perennemente braccato dai debitori. Il posteggiatore abusivo Felice e l’avvocato De Marchis, proprietario di una scuderia di cavalli.
Difficile non avere in mente ‘il motivetto’ che da sempre accompagna Febbre da Cavallo e inciso per l’occasione da Vince Tempera. Difficile anche non avere presente le migliori scene di una delle pellicole comiche mai prodotte in Italia, divenuta un vero fenomeno di costume, degne del Rocky Horror Picture show, a causa della ripetuta visione nei Cineclub della capitale e ben oltre l’uscita nelle sale datata 1976.
Un film ancora attuale con una solida comicità che non fa perdere minimamente efficacia alle battute.
Gli stessi attori, Proietti e Montesano, in una combinazione comica difficilmente riscontrabile in altre coppie ben più rodate, si accorsero dopo l’uscita nelle sale e dopo che la pellicola aveva compiuto il proprio decorso cinematografico, di trovarsi di fronte a qualche cosa di più di un film comico, ma al cospetto di un fenomeno di costume, quando fermati per la strada all’uno domandavano di sfoderare il sorriso ‘maggico’ e all’altro di replicare una delle battute del film.
La pellicola costruita con mezzi di fortuna, facile accorgersi di cambi repentini e inspiegabili di scena e costume, va però oltre a una comicità fatta di colpi di scena, di macchiette, di scherzi mai volgari o sopra le righe riuscendo a reggere la propria struttura su un architrave non così banale come la s’immagina. Stiamo parlando di un’analessi perfettamente orchestrata in chiave comica e che parte quindi dalla fine. Costringendo nel corso di un processo per truffa a riavvolgere la trama da parte di un terzetto di attori che di li in poi, soprattutto Proietti e Montesano seppero ricostruire la comicità della penisola.
Un film ancora attuale con una solida comicità che non fa perdere minimamente efficacia alle battute. Che si fa vedere e rivedere, che fa ridere e sorridere ora come più di quarant’anni fa e che ebbe un seguito datato primi anni 2000, grazie all’inventiva dei fratelli Vanzina, figli di Steno che seppero dare un erede dignitoso all’originale.
Febbre da cavallo (Id.) Italia. 1976 Regia di: Steno. Genere: Commedia Durata: 100′. Cast: Enrico Montesano, Gigi Proietti, Catherine Spaak, Mario Carotenuto, Gigi Ballista, Adolfo Celi, Renzo Ozzano. Fotografia: Emilio Loffredo. Musiche: Fabio Frizzi, Vince tempera e Franco Bixio. Sceneggiatura: Alfredo Giannetti, Steno e Enrico Vanzina.
Febbre da cavallo, recensione del film di Steno.