a cura di Ciro Andreotti
La vita del matematico John Nash viene ripercorsa a partire dal 1947, anno in cui era un dottorando in matematica presso la Princeton University, nel quale stava già attraversando numerose difficoltà relazionali sia con i suoi compagni di corso, sia con i suoi docenti. Fino ad arrivare al tumultuoso legame con la moglie Alicia e al conseguimento del Premio Nobel per l’economia del 1994.
Traendo spunto dal romanzo biografico scritto dalla giornalista Sylvia Nasar, il regista Ron Howard da il via a un’opera monumentale e liberamente ispirata alla vita del matematico americano John Nash, per la quale venne insignito del Premio Oscar 2002 come miglior regista.
Il neozelandese Russell Crowe scelto per il ruolo di protagonista, riesce a offrire una prova inattesa, a causa dei suoi trascorsi come attore in film d’azione, ma anche molto credibile nel tratteggiarne alla perfezione i problemi caratteriali e mentali. Problemi che rappresentano il primo e non ultimo dei tratti romanzati all’interno della solida sceneggiatura scritta da Akiva Goldsman, premiata anch’essa con il premio Oscar, perché acuiti per dovere di finzione scenica. A tal proposito lo stesso Nash si sentì in dovere di smentire alcune delle numerose idiosincrasie intraviste nel corso del film. Crowe è molto abile nel riuscire a cancellare sé stesso per poter rappresentare a dovere un protagonista pazzo ma eroicamente geniale, cosa non nuova nel mondo dei film di matrice Hollywoodiana, offrendocene il lato folle e lasciando allo spettatore il dubbio, almeno iniziale, di essere al cospetto di un film di spionaggio. Sorvolando invece sul lato meramente scientifico e didattico, aspetti questi ultimi che come spesso accade vengono trattati con grande sufficienza, anche perché marginali rispetto alla narrazione.
Tutto il cast, oltre a Crowe, sa mettersi al servizio della trama, con menzioni particolare per Jennifer Connelly nel ruolo di Alicia, di Ed Harris e Josh Lucas, rispettivamente in quelli di un uomo del governo USA, e di un docente amico di Nash e dell’attore britannico Paul Bettany nella parte di Charles Herman, amico storico del protagonista.
Blockbuster nel complesso ben riuscito, lo spettatore, anche il più distante e “scientificamente svogliato”, difficilmente rimane immune al cospetto di una vita irta di difficoltà e successi. E poco importa se la trama non rispecchia appieno la vita del vero protagonista, con un passato fatto di legami omosessuali e di abbandoni da parte della moglie, alla quale si è riavvicinato solo in un secondo momento. Omissioni che fecero storcere parecchie bocche e alzare molte critiche riguardo la realtà dei fatti narrati, ma che nulla tolgono a un film pieno di pathos.
A Beautiful mind (id.) USA 2001. Regia di: Ron Howard Genere: Biografico Durata: 135′. Cast: Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ed Harris, Paul Bettany, Christopher Plummer, Josh Lucas, Anthony Rapp, Vivien Cardone, Adam Goldberg, Judd Hirsch, Austin Pendleton Fotografia: Roger Deakins Montaggio: Dan Hanley, Mike Hill Soggetto: Sylvia Nasar Sceneggiatura: Akiva Goldsman Musiche: James Horner Produzione: DreamWorks Pictures, Universal Pictures, Imagine Entertainment Distribuzione: Universal Pictures