A casa nostra, di Lucas Belvaux

a cura di Ciro Andreotti

Pauline Duhez è una madre single e un’infermiera domiciliare di grande professionalità, stimata da colleghi, pazienti e apprezzata dal padre, un vecchio sindacalista di sinistra malato e in pensione. Il Dottor Berthier, suo collega, le propone di candidarsi a sindaco del suo paese per Il Blocco, un partito di destra per il quale la giudica perfetta.

Una commedia nera e degli equivoci pensata dal regista Belga Lucas Belvaux, figlio di un attivista sindacale e in precedenza anche con numerose esperienze davanti la macchina da presa, che porta in scena un’opera che rappresenta a oggi il suo penultimo lavoro, pensato nel mentre che stava dirigendo Sarà il mio tipo? (Pas son genre; 2014) e dotato di un duplice registro narrativo: l’uno maggiormente politico e ideologico, e l’altro più sentimentale.

L’idea, non troppo nascosta, di Belvaux è quella di sfruttare la propria pellicola, basata sul controverso romanzo: Le Bloc, di Jérôme Leroy, presente nel ruolo di co – sceneggiatore, per rendere vano il tentativo dell’ultra destra transalpina di ascendere al potere arrivando alla vittoria delle elezioni presidenziali del 2017. Ed è infatti facile intravedere nella figura della combattiva Agnès Dorgelle, fondatrice del Front National e impersonata in maniera molto efficace da Catherine Jacob, analogie con Marine Le Pen.

Il risultato finale è una storia lenta e molto psicologica ove le buone intenzioni, la purezza politica e ideologica di Pauline Duhez, l’eccellente Émilie Dequenne, si devono inevitabilmente scontrare con la vita di ogni giorno, nella quale quel che lei giudica onesto diventa quello che l’allontanerà lentamente dalle amicizie e dai propri sentimenti.

L’ultimo sforzo di Belvaux merita quindi di essere visto anche se si sofferma a lungo sugli aspetti politici. Tralasciando volontariamente la vita di Pauline, lambita in maniera marginale, senza particolare profondità psicologica, ad esempio non approfondendo la figura di un padre distante dalle sue scelte politiche e trascurando anche il legame affettivo con l’allenatore di calcio del figlio e che si rivelerà uno xenofobo dedito a pestaggi notturni. Ma prediligendone invece l’ascesa politica e la figura di Philippe Berthier, mentore di Pauline, impersonato dall’esperto attore e caratterista André Dussollier, capace di passare dal registro drammatico a quello più leggero anche all’interno della medesima pellicola.

Una film quindi da prendere come un prodotto ben costruito, ideale per descrivere i dietro le quinte della politica, ma anche altrettanto schierato.

A casa nostra (Chez nous) Francia, Belgio – 2017. Regia di: Lucas Belvaux Genere: drammatico Durata: 110′. Cast: Émilie Dequenne, André Dussollier, Guillaume Gouix, Catherine Jacob, Anne Marivin, Patrick Descamps, Charlotte Talpaert, Mateo Debaets Fotografia: Pierric Gantelmi d’Ille Musiche: Frédéric Vercheval Soggetto: Jérôme Leroy Sceneggiatura: Lucas Belvaux, Jérôme Leroy Montaggio: Ludo Troch Produzione: Synecdoche, Artémis Productions, France 3 Cinéma Distribuzione: Movies Inspired.

A casa nostra, di Lucas Belvaux

Valutazione finale: 7/10