Shriver, idraulico e tuttofare Newyorchese, spartisce con uno scrittore misantropo e svanito nel nulla, il cognome; per questo viene erroneamente invitato a presenziare al festival letterario della Acheron University, in occasione del ventennale della pubblicazione del suo unico romanzo. L’invito è il solo modo per catturare attenzione nel mondo accademico e permettere all’Università di salvare il suo Festival.
Un po’ J.D. Salinger e un po’ William Forrester, l’uno autore reale e il secondo protagonista della pellicola di Gus Van Sant: Scoprendo Forrester (Finding Forrester, 2000). Ma anche un po’ Chance Giardiniere, protagonista di Oltre il giardino (Being There; 1979) e ‘il Drugo’ de Il Grande Lebowski (The Big Lebowski; 1998) per gli equivoci ai quali si assiste. Lo Shriver impersonato egregiamente da Michael Shannon rispetto ai due autori, schivi e desiderosi di svanire nel nulla, è un personaggio dolente quanto basta, perché afflitto da una depressione che però non gli ha impedito di dare una scossa alla propria esistenza, pur fra mille ripensamenti, e di vivere un’avventura ben distante dalla ‘Grande Mela’.
La narrazione procede non soffermandosi esclusivamente sul ‘misunderstanding accademico’, ma andando a esplorare anche la perdita d’identità del protagonista, avvenuta quando si troverà al cospetto del vero autore e creando ulteriore scompiglio sia nella sua psiche estremamente labile, al punto di non sapere più chi sia veramente e facendolo sospettare di aver perduto memoria del suo passato. Sia mettendo in dubbio le convinzioni degli spettatori.
Basato sul romanzo omonimo, e inedito in Italia, scritto da Chris Belden, la pellicola del regista e giornalista Michael Maren rappresenta al fine un’eccellente critica al mondo della cultura contemporanea, incapace di capire chi sia di fronte ai propri occhi, se uno scrittore o un semplice idraulico che solo perché scambiato per un autore affermato è visto alla stregua di un oracolo.
Si sorride per qualche battuta frutto della confusione creata dall’arrivo del ‘finto’ Shriver e si sfiora la commedia romantica per un rapporto fra Shannon e l’organizzatrice del festival, oltre che scrittrice incapace di spiccare il volo, impersonata da Kate Hudson. Nel complesso si riflette molto e ci s’interroga su come mai una pellicola come questa abbia solamente lambito la sala e sia stata immediatamente dirottata sulle piattaforme on-demand.
A Little White Lie. Shriver (id.) USA, 2023 Regia di: Michael Maren Soggetto: Chris Belden Sceneggiatura: Michael Maren Genere: Commedia Durata: 100′ Montaggio: Ed Yonaitis, Patrick J. Smith Scenografia: Traci Hays Cast: Michael Shannon, Kate Hudson, Zach Braff, Kate Linder, Aja Naomi, King Da’Vine, Joy Randolph, Don Johnson Fotografia: Edd Lukas Musica: Alex Wurman Produzione: CaliWood Pictures, Dooey World Productions Distribuzione: Seban Films