Negro, Cobra e Mazinga sono tre colleghi della celere, oltre a essere un trio di amici molto affiatato. A loro si aggiunge Adriano, una giovane recluta che necessita di essere accompagnato in una professione fatta prevalentemente di odio e violenza.
Siamo a poche settimane dalla release di una mini serie composta da sei episodi e ispirata alla controversa pellicola diretta da Stefano Sollima nel 2012. Serie che potrà vantare buona parte del medesimo cast del film e che sarà anch’essa basata sul romanzo omonimo di Carlo Bonini, frutto di una sinossi dura, priva di fronzoli e vero inno al machismo da strada e a un settore, quello della celere, che non lascia nulla alla fantasia imperante.
Cobra, Mazinga e Negro altri non sono che nomi di battaglia di tre commilitoni che tra loro si definiscono fratelli, in un clima di violenza offerta, subita e anche decisamente molto surreale. Una violenza che attraversa la vita di ognuno di loro in ogni aspetto. Dal figlio di Mazinga che non accetta l’autorità paterna. A Negro, in procinto di affrontare un divorzio sanguinoso e con una ex-moglie che gli vieta di vedere la figlia. Per finire con Cobra, processato per un atto di violenza gratuita consumato durante un intervento nel corso di una partita. In mezzo a loro improvvisamente giunge una nuova variabile, forse impazzita e di certo da instradare, ovvero Adriano, una giovane recluta che deve venire prima accettato dal gruppo, assimilarne usi e costumi ai limiti del tribale, lottare per farsi rispettare, fino a combattere al fianco dei propri nuovi fratelli, ma anche lui macchiato dallo stigma di un’esistenza problematica, che assume le vesti di una madre prossima a uno sfratto esecutivo.
Sollima fotografa una nuova deriva della nostra società, per una volta ‘non’ criminale, almeno dal punto di vista legale, mettendo in pista una quaterna di attori affiatati – Giallini, Favino, Nigro e Domenico Diele, alla sua terza pellicola – tutti molto abili nel descrivere personaggi ai margini della legalità o indecisi su cosa fare della loro carriera; ovvero se seguire i dettami ‘del branco’ per farsi accettare o abdicare immediatamente. Incastonando la narrazione entro il perimetro di una sinossi che narra una Roma differente osservata attraverso un gruppo che si esalta per azioni di guerriglia urbana che dovrebbero ripianare gli errori delle istituzioni, ponendosi quindi spesso al di sopra di quella legge che per primi dovrebbero seguire. Un film quindi molto duro che offre un punto di vista controverso e difficile da approvare, esattamente come è stato il romanzo dal quale è stato tratto.
ACAB – All Cops Are Bastards (id.) Italia – Francia 2012 Regia di: Stefano Sollima Genere: Drammatico Durata: 112′ Cast: Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Filippo Nigro, Domenico Diele, Andrea Sartoretti Fotografia: Paolo Carnera Musiche: Mokadelic Montaggio: Patrizio Marone Scenografia: Paola Comencini Soggetto: Carlo Bonini Sceneggiatura: Barbara Petronio, Daniele Cesarano, Leonardo Valenti Produzione: Cattleya, Babe Film, RAI Cinema Distribuzione: 01 Distribution