a cura di Ciro Andreotti
In Toscana, nel piccolo paese di Velianova, scompaiono nel nulla due ragazzi di buona famiglia reduci da un Rave. Una delle vittime è il figlio di Giorgio Rio, capitano della locale stazione dei carabinieri. Nella stessa stazione lavora anche il tenente Fabio Meda, soprannominato Cane Pazzo a causa di numerosi comportamenti fuori dalle righe. La stampa inizia a pensare al ritorno in azione di un serial killer che dieci anni prima aveva sconvolto la medesima zona.
Il regista Vincenzo Alfieri, con l’aiuto di due protagonisti perfettamente calati nei rispettivi ruoli, confeziona un giallo – thriller sia d’altri tempi, ma soprattutto di ben altre latitudini. Sarebbe infatti sufficiente che al posto della non troppo mite campagna toscana, vi fossero un piccolo paese di Essex o Wisconsin. La sostituzione del corpo dei carabinieri con le rispettive polizie locali, e sostanzialmente il confronto con i thriller d’oltremanica, od oltreoceano, reggerebbe alla grande.
Il regista partendo dal romanzo: Il confine, di Giorgio Glaviano, c’immerge nel piccolo paese toscano di Velianova, dove a seguito della sparizione di due nuove vittime, una delle quali il figlio del capitano della locale stazione dei carabinieri, viene riesumata l’ombra dell’Orco, serial killer che negli ultimi dieci anni non aveva mai colpito e che pare essersi risvegliato d’improvviso. A inseguirne le tracce due personaggi distanti fra loro sia come impostazione personale che gerarchica. Il capitano Giorgio Rio è un ufficiale irreprensibile sia in servizio, sia fra le mura domestiche, dove cerca d’impartire al figlio Luca un’educazione fatta di ordine e disciplina. Il tenente Fabio Meda al contrario è un uomo allo sbando, dopo che la moglie e il figlio sono deceduti nel corso di un incidente stradale. Un uomo affetto da psicosi, che porta anche in servizio, dove è conosciuto con il nickname di cane pazzo, per l’abitudine a perdere le staffe con grande facilità.
I colpi di scena non mancano, così come le rivelazioni decisamente inattese. Edoardo Pesce e Massimo Popolizio, come già detto, riescono a fotografare due personalità del tutto dissimili per carriera ed esperienze di vita. Che vivono le rispettive esistenze in maniera antitetica ma entrambi con il solo obiettivo di risolvere un caso che può terminare in tragedia e che cela segreti ben più profondi di un “semplice” rapimento.
Film che mantiene vive le attese del pubblico incollando gli spettatori allo schermo sino alla conclusione. A breve rivedremo il regista nuovamente impegnato sul grande schermo con Il Corpo (id.; 2024) incentrato su quel terreno che Alfieri ama esplorare maggiormente, ovvero il lato oscuro che si può scatenare in ogni società o gruppo apparentemente tranquilli.
Valutazione Finale: 6,5 / 10
Ai confini del male (id.) Italia,2021 Regia di: Vincenzo Alfieri Genere: Thriller Durata: 100′ Cast: Edoardo Pesce, Massimo Popolizio, Roberta Caronia, Nicola Rignanese, Paolo Mazzarelli, Domenico Mancini, Chiara Basserman Fotografia: Andrés Arochi Musiche: Andrea Bellucci Montaggio: Vincenzo Alfieri Scenografia: Ettore Guerrieri Soggetto: Vincenzo Alfieri, Fabrizio Bettelli, Giorgio Glaviano Sceneggiatura: Vincenzo Alfieri, Fabrizio Bettelli, Giorgio Glaviano Produzione: Italian International Film, Lucisano Media Group e Vision Distribution Distribuzione: SKY Cinema, NOW
Ai confini del male, di Vincenzo Alfieri