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Agiografia con più di qualche licenza narrativa adottata per raccontare la breve e intensa carriera di Tupac Shakur, traslitterato in 2Pac, icona hip hop e con una vita bruciata rapidamente come una candela dotata di un duplice stoppino.
Nato in una delle numerose periferie – ghetto della grande mela, trasferitosi ancora adolescente a Baltimora ed esploso definitivamente sulla West Coast, della quale fu icona definitiva e riconosciuta a livello mondiale. Attraversando le numerose incomprensioni con la madre e la sorella, le risse da strada, l’odio di media e colleghi, una carriera cinematografica nella quale interpretava sempre personaggi a lui affini e una morte piena di contraddizioni e per la quale non si sono mai trovati colpevoli e mandanti.
Il debuttante Demetrius Shipp Jr., favorito per il ruolo di protagonista grazie a una somiglianza incredibile con il cantante, porta in scena la fisicità e il talento musicale di un’artista cresciuto con il desiderio di diventare prima di tutto guida ed esempio per i membri della comunità afroamericana. Capace con il proprio carisma di unire alle proprie abilità musicali, perfezionate da ore di sfide sui palchi della scena rap, strofe piene di concetti marxisti, trasmessi da un genitore attivista delle black panther, per finire con gli aneddoti del ghetto; in un eterno scioglilingua con il quale schiaffeggiare avversari e istituzioni come in un incontro di boxe dal quale non amava sottrarsi.
La pellicola di Benny (Douglas) Boom, autore di video musicali per star della scena hip-hop del calibro di 50cent, e quindi profondo conoscitore dell’ambiente musicale, cerca di sondare anche la vita privata del giovane Tupac, dividendo le amicizie fra coloro che desideravano approfittarsene e coloro che seppero dargli un aiuto concreto o al quale 2Ppac non negò mai un aiuto disinteressato. Il tutto narrato sempre senza cercarne una riabilitazione postuma o giustificazioni.
Alla fine però quello che balza all’occhio dello spettatore è il fallimento di una pellicola che non riesce a restituire l’anima di 2Pac, la cui vita viene declinata come una narrazione nota ai più e che, come spesso accade nei biopic, non riesce ad andare oltre la semplice superficie di una serie di eventi narrati come un susseguirsi di date. Toccandone solo marginalmente la figura di riferimento che ha rappresentato per la comunità afroamericana, e la profondità dei testi delle sue canzoni. Una svista già accaduta nel 2009 in occasione del biopic, diretto da George Tillman Jr., dedicato al rapper Notorious B.I.G. (Notorious B.I.G.; 2009). E nemmeno questa volta si è riuscito a fare di meglio. Un vero peccato per un’artista iconico della scena musicale dei ’90ies. Tanto sfortunato in vita, quanto nel ricordo cinematografico postumo.
Valutazione Finale: 5,5 / 10
All Eyez on me (id.) USA 2017 Regia di: Benny Boom Genere: Biografico, Drammatico, musicale Durata:132′ Cast: Demetrius Shipp Jr., Danai Gurira, Kat Graham, Hill Harper, Annie Ilonzeh, Lauren Cohan, Keith Robinson, Jamal Woolard, Dominic L. Santana Fotografia: Peter Menzies Jr.Takayanagi Musiche: John Paesano Montaggio: Joel Cox Scenografia: Derek R. Hill Sceneggiatura: Jeremy Haft, Ed Gonzalez, Steven Bagatourian Produzione: Morgan Creek Productions Distribuzione: Key Films, M2 Pictures