Argo, recensione del film diretto Ben Affleck.
Nel 1997, sotto la presidenza di Clinton, gli Stati Uniti hanno rotto i sigilli degli archivi di stato rendendo pubblica la storia della fuga di un gruppo di diplomatici americani a Teheran. Rifugiatisi negli appartamenti dell’ambasciatore canadese durante la rivoluzione Iraniana del ’79. In quell’anno, un gruppo di oltranzisti prese possesso dell’Ambasciata americana nella capitale. Azione di rappresaglia nel contesto della crisi interna di un Paese che deponeva una secolare monarchia nella persona dello scià Reza Pahlavi. Messo al trono da un’azione politica esterna di derivazione occidentale, per far posto sull’altare della politica egemonica sacerdotale l’ayatollah Khomeini.
L’America calò il sipario del silenzio sulla fuga dei rappresentanti di stato, organizzata dall’agente della CIA Tony Mendez, lasciando che il Canada beneficiasse dei fatti, ed ogni divulgazione sull’accaduto venne interdetta e secretata per paura che rancorosi focolai anti Americani dessero l’avvio a pericolose ritorsioni internazionali. Ben Affleck legge questo capitolo di storia e lo racconta con un cinema di elevata statura professionale. Confermando il credito ereditato con i suoi lavori precedenti alla cinepresa, Gone,Baby, Gone e The Town.
Argo è un eccezionale compendio di cronaca e cinema scritto col linguaggio che omaggia il cinema di Lumet…
Ne ’79 l’Iran rovesciava una condizione politica invisa ad un popolo insofferente che mal sopportava la connivenza del governo con l’occidente e la partecipazione del fronte regnante tirannico alle trame politiche della maggiore potenza nemica dell’ovest. In apertura il film agita e prepara gli animi con le immagini di una folla che vomita il proprio furore nelle strade di Teheran. Forgiando nel disordine i fermenti della nuova teocrazia Iraniana. Il 4 novembre del 1979, 52 americani furono presi in ostaggio e 6 persone dello staff dell’ambasciata USA a Teheran trovano rifugio presso la dimora dell’ambasciatore canadese Ken Taylor (Victor Garber).
L’agente CIA Tony Mendez (Ben Affleck), con l’aiuto di un produttore di Hollywood (Alan Arkin) e di uno specialista degli effetti speciali (Joh Goodman) escogita un piano “The best bad idea” per organizzare la fuga dei 6 diplomatici e riportarli a casa. Prendendo lo spunto da poche sequenze del Pianeta delle scimmie, Mendez si inventa la produzione on location di un finto film di Fantascienza. Argo, nella scia di Star Wars, titolo di eccellenza internazionale, con tanto di sceneggiatori, disegnatori costumisti, truccatori e pubblicitari, tutti chiamati a far parte della pantomima che sarà il loro mezzo di uscita dai guai.
Argo è un eccezionale compendio di cronaca e cinema scritto col linguaggio che omaggia il cinema di Lumet. Qui stilisticamente evocato da un Affleck in stato di grazia che ripassa le pagine di storia contemporanea. A beneficio di un invito alla presa di coscienza di un Paese forse troppo distratto dalle seduzioni tecnologiche o forse troppo occupato sui tomi politici o aggrappato ai sistemi economici. Affleck ne fa una lezione di cinema magistrale. Drammaticamente attuale nella condizione della feroce crisi che minaccia oggi i rapporti internazionali, e la confeziona con la voce e le immagini del grande spettacolo.
Affleck è geniale redattore di una vicenda di vera storia.
Benvenuto al ritmo che scandisce ironia e dramma, si ringrazi l’artista che impasta energia, tensione, intensità narrativa e viva partecipazione per dar vita alle emozioni del cinema di classe. Il regista gira fra le colline di Hollywood e le strade di Teheran con la disinvoltura e la sapienza di un mestiere maturo. Tenendo in tensione continua un racconto letto con la conoscenza di un fine dicitore e venando di sarcasmo sottile e tagliente. Si vedano gli short delle donne di Teheran intabarrate intente a divorare Kentucky Fried Chicken mentre dietro l’angolo penzola un impiccato ad una gru. Una rapsodia fotografica di vera storia fatta spettacolo.
Il vocabolario del cinema è ansioso di ricevere pagine scritte con la tensione che alimenta le sequenze climax all’aeroporto di Teheran. Dove ogni fotogramma è innervato da una dinamica narrativa al calor bianco. Affleck è geniale redattore di una vicenda di vera storia, reali accadimenti politici, piccolo evento a lungo insabbiato nei corridoi di stato che il regista rispolvera e traspone sullo schermo con un linguaggio di invidiabile professionalità.
Argo (Id.) USA 2012 Regia di: Ben Affleck. Genere: Drammatico, Thriller Durata: 120′. Cast: Ben Affleck, Bryan Cranston, Alan Arkin, John Goodman, Victor Garber, Tate Donovan, Clea Duvall, Scoot McNairy, Rory Cochrane, Christopher Denham, Kerry Bishé. Fotografia: Rodrigo Prieto. Musiche: Alexandre Desplat. Sceneggiatura: Chris Terrio.
Argo, recensione del film diretto Ben Affleck.
Valutazione finale: 8,5/10