Caro Pier Paolo, la recensione del libro di Dacia Maraini.
Nell’Italia del dopoguerra, dominata da opposti schieramenti ideologici, c’è chi coglie il senso tragico di un vero e proprio passaggio d’epoca. La scomparsa lenta, inesorabile della cultura popolare viene soppiantata rapidamente dalla civiltà dei consumi. Una figura solitaria, intellettualmente onesta reclama spazio per la critica, avverte che nulla sarà come prima. E’ Pasolini.
Tra le pagine che si inseguono, annodate dal filo invisibile del ricordo, la scrittura è tranquilla, distesa…
Celebri i suoi j’accuse contro la società dei consumi, il potere inteso come universo di dominio terribile e la Chiesa come istituzione temporale. Timido ma non introverso, solitario ma non isolato Pasolini intesse’ un lungo sodalizio, amicale e artistico-letterario con Alberto Moravia e Dacia Maraini. Recentemente quest’ultima gli ha dedicato un libro a meta’ tra l’onirico e il vissuto, Caro Pierpaolo. Con un ritratto affettuoso e amorevole, la Maraini ripercorre alcuni momenti della vita di Pasolini. Dai viaggi, diremmo oggi di turismo consapevole, in Africa alle vacanze più sbarazzine sempre in tre.
Una sorta di Trinità laica, dove l’autorevolezza paterna di Moravia si miscelerà sapientemente con l’estro vitalistico pasoliniano e il candore della spiritualità della giovane Maraini. Tra le pagine che si inseguono, annodate dal filo invisibile del ricordo, la scrittura è tranquilla, distesa. Qua e la’ riaffiorano rimpianti, sofferenze, gioie, senza retorica ne’ inopportune sacralizzazioni. Emerge continuamente il legame forte con Pasolini, un sodalizio umano e spirituale intessuto di esperienze, fatti,discussioni,slanci passionali, delusioni.
Cosi’, come in in diversi punti del libro, la Maraini affronta l’omosessualità di Pasolini e lo fa con amorevolezza. Quasi in punta di piedi ma anche scoperchiandone le contraddizioni inevitabili, le mille imperfezioni che si annidavano nel cuore di un uomo sensibile poco incline ai compromessi.
La lettura di Caro Pierpaolo, scritto con rara dolcezza è un toccasana contro le derive spesso uniformanti di certa letteratura d’assalto preordinata dagli editori e rappresenta una piccola gemma dal valore inestimabile. Oggi Pasolini è il sogno-utopia, ci parla, è presenza viva e, ridestato da questo bel libro, non smette di interrogare la nostra vita e la nostra infelicissima coscienza.
Caro Pier Paolo, la recensione del libro di Dacia Maraini.