Cry Macho – Ritorno a casa, recensione del Blu-Ray 4K Warner Bros.
Mike Milo è una vecchia stella del rodeo con un passato pieno di lati oscuri. Raggiunta forzatamente la pensione, causa il licenziamento dal ranch dove lavorava, Mike riceve la visita del suo ex capo e amico Howard il quale gli domanda di recarsi in Messico per entrare in contatto con Rafo, il figlio tredicenne che non vede da molti anni, e che vorrebbe che Mike portasse al suo ranch. In debito con Howard per avergli dato una mano quando la sua vita stava andando allo sbando, Mike parte alla volta del Messico.
Quarantesima pellicola di un Eastwood che valicata la soglia dei 90 non vuole assolutamente appendere il cinturone al chiodo e si rimette alla guida sia di un’auto, capace di fargli divorare chilometri d’asfalto in direzione Messico, ma anche alla direzione di una pellicola che decreta il crepuscolo di un uomo e di uno stile di vita che se non tramandato alle nuove generazioni potrebbe facilmente perdersi: il mito del confine americano.
Il tutto mentre il paesaggio che si srotola davanti agli occhi stanchi di un ex stella del rodeo segnata da una vita e da quello che lui vi ha aggiunto, è il medesimo che si dipana di fronte allo sguardo speranzoso di un tredicenne con due genitori che probabilmente non lo meritano e che forse troppo sopravvaluta e identifica in Mike Milo il depositario di quel machismo cui da sempre anela.
Queste le chiavi di lettura di un romanzo che nei classici d’oltre oceano affonda le radici: dal mito della frontiera, al viaggio sia fisico che catartico, e che sulla metà degli anni ‘70 venne tradotto su carta da N. Richard Nash, coautore anche della sceneggiatura. Eastwood aggiunge a questa pellicola la solita profondità d’animo declinata con poche e semplici battute alle quali si aggiunge la presenza del quindicenne Eduardo Minett, giunto al suo terzo film. Pellicola di certo meno efficace di altre dirette dall’ex ispettore Callaghan ma comunque dotata della medesima introspezione e deriva malinconica.
Un Western contemporaneo presentato in un’edizione 4K Ultra HD di tutto rispetto.
Cry Macho – Ritorno a casa, recensione del Blu-Ray 4K Warner Bros.
Il film prodotto e distribuito per il mercato Home Video da Warner Bros. viene presentato nel formato di 2,40:1 con una risoluzione di 3840 x 2160 pixel con HDR 10. La confezione è una bella Slipcase contenente la tipica Amaray nera. Nella confezione oltre al film in 4K Ultra HD troviamo quello in Blu-Ray.
Ci troviamo davanti a un quadro video decisamente convincente. Capace di esaltare una fotografia polverosa e a tratti scura che riesce a esprimere il massimo attraverso questo trasferimento. La vecchia casa di Mike disseminata di ritagli di giornali sbiaditi e trofei impolverati o il polveroso paesaggio messicano sono una vera delizia per gli occhi. I lineamenti del viso, le trame dei tessuti, gli arredi e ogni pur piccolo particolare viene esaltato. Il tutto aiutato da un HDR 10 che spinge i colori naturali, che virano dal giallo al marrone, tipici del territorio. Bellissime le varie albe e tramonti molto pittoreschi. I livelli di nero sono profondi e gestiti magnificamente riuscendo a donare un’eccellente profondità alle immagini.
La traccia Italiana è purtroppo solo in Dolby Digital 5.1, ma dato le caratteristiche del film, risulta comunque adeguata. Peccato, perchè la traccia DTS HD Master Audio 5.1 Inglese è notevolmente più gradevole e performante, con un uso sapiente di tutto i canali.
Comparto extra presente nel Blu-Ray sufficiente, ma non particolarmente ricco. Back in the Saddle – The Making Of Cry Macho (12:17′). Breve dietro le quinte che offre un piccolo assaggio della realizzazione del film senza entrare troppo nei dettagli. Macho and the Mustangs (7:13′) Featurette sui cavalli sul set e la sfida di riportare Clint a cavallo a 91 anni, divertente.