Carlo e Giulia sono una coppia che a causa delle lunghe giornate di lavoro di Carlo si trova di fronte a un problema d’incomunicabilità piuttosto evidente. Infatti mentre lui lavora come dirigente nel campo delle risorse umane, lei ha invece rinunciato alla propria carriera per crescere i loro tre figli. Quando Giulia, stanca della vita domestica, decide di concedersi dieci giorni di vacanza, costringerà Carlo a prendere il suo posto offrendogli però anche l’occasione per conoscere meglio i loro figli.
Il mondo del cinema è da sempre pieno di uomini inadeguati a vivere soli o che si trovano costretti a reinventarsi ‘mammi’ a causa della scomparsa prematura della moglie o, come in tal caso, della sua scomparsa per “soli” dieci giorni. E così, quando il regista Alessandro Genovesi nel 2019 mise mano al soggetto tratto da una commedia Argentina di appena tre anni prima, era prevedibile immaginare che potesse cadere nella trappola di riproporre il medesimo cliché trito e ritrito già visto più volte: ovvero quello di uomini alle prese con le pappe per i figli più piccoli e con elettrodomestici che in precedenza erano visti come semplici superfici di appoggio o fermacarte.
Genovesi ha invece l’indubbia capacità di offrire al pubblico una storia che però non si limita solamente a sottolineare la goffaggine di De Luigi (Carlo), per lui una meritata candidatura al David di Donatello quale miglior protagonista maschile di una commedia, titolo poi vinto da Stefano Fresi, ma anche di sottolineare come la famiglia Rovelli sia un nuovo tipo di famiglia, dalla quale Giulia – l’altrettanto eccellente Valentina Lodovini – si allontana non per fare un dispetto al marito che non la valuta per quello che è, ma semplicemente perché desiderosa di trovare finalmente un minimo di pace dallo stress della vita famigliare.
Il film si muove quindi su differenti piani narrativi che vanno dalla coesistenza di Carlo sul luogo di lavoro con un direttore – a impersonarlo l’ottimo Antonio Catania – che non vorrebbe mai vedere uno dei propri dipendenti impelagato con dispute e problemi famigliari. Fino a scrupoli morali che lo stesso Carlo si pone nei confronti dei tre figli, ognuno appartenente a diversi fasi adolescenziali e dell’infanzia, e anche nei confronti dei propri colleghi e collaboratori.
Finale non necessariamente conciliante e prima pellicola di un trittico che l’anno seguente portò all’uscita di 10 giorni con Babbo Natale (id.; 2020) e proprio in questi giorni – fine gennaio – all’uscita di 10 giorni con i suoi (id.; 2025)