Febbre a 90°, di David Evans

a cura di Ciro Andreotti

Sul finire degli anni ’60 Paul è un adolescente figlio di due genitori divisi che si avvicina a suo padre quando questi lo porta per la prima volta a vedere una partita dell’Arsenal. Nel 1989 Paul è un docente di scuola superiore ed è ancora un grande tifoso dell’Arsenal che sta disputando un campionato di alta classifica con la seria possibilità di vincerlo.

Basato sull’omonimo Fever Picth, saggio calcistico e decisamente intimista dell’autore inglese Nick Hornby, la pellicola diretta dall’allora esordiente David Evans, che da allora non ha più diretto alcun film, dedicandosi al piccolo schermo e ai documentari, muove le tracce proprio dal romanzo per riscriverne la storia e donargli finalmente quel continuum narrativo che mancava su carta. Grande distinguo fra romanzo e pellicola si manifesta in una trama creata quasi di sana pianta, dato che la raccolta di Hornby includeva per ciascun capitolo il commento sia calcistico sia riguardante quel che l’autore stava facendo della sua esistenza.

Protagonista del film è Paul Ashworth tifoso come Hornby dell’Arsenal, squadra a caccia di quel titolo che a Islington, borgo di provenienza dei Gunners, manca da quasi venti anni. Sarà proprio l’incredibile finale della stagione ‘88/’89 a cambiare le sorti della vita di Paul, professore di letteratura sui generis, oltre che alter ego di Hornby, interpretato da un Colin Firth all’epoca poco più che trentenne. Un docente amato dai suoi allievi per via dei metodi di insegnamento poco ortodossi. Con la mania del Subbuteo e fan delle evoluzioni calcistiche dei Gunners, che da sempre accompagnano ogni momento della sua vita.

La pellicola però scade perché incapace di non rendere patetica la figura di Paul. Presentandocelo come un adulto che a tutti gli effetti è un caso patologico perché molto innamorato dell’Arsenal e meno della sua collega, e futura moglie, Sarah, Impersonata dall’allora esordiente Ruth Gemmell in seguito anche lei passata principalmente a evoluire sul piccolo schermo.

Una volta ultimato il film non denuncia quindi particolari difficoltà narrative, ma lascia comunque lo spettatore con un senso d’incompiutezza dettato da un’analisi poco approfondita riguardo al rapporto fra Paul e Sarah, declinandolo tra una passione calcistica esasperata e un’ambientazione tragicomico surreale unita a una serie di battute al vetriolo.

Film che quindi piacerà agli amanti del calcio d’oltre manica e a chi apprezza lo humour inglese. Astenersi chi si attendeva risposte sulla coppia d’oggi lungo la linea dell’offside.

Valutazione Finale: 6,5 / 10

Febbre a 90° (Fever Pitch) USA, 1997 Regia di: David Evans Genere: commedia Durata: 103′. Cast: Colin Firth, Ruth Gemmell, Stephen Rea, Mark Strong, Bea Guard, Neil Pearson. Musiche: Brad Fiedel Scenografia: Kave Quinn Fotografia: Chris Seager Montaggio: Scott Thomas Soggetto: Nick Hornby Sceneggiatura: Nick Hornby Produzione: Amanda Posey Distribuzione: Mikado

Febbre a 90°, di David Evans