a cura di Ciro Andreotti
Sorella Paxton e Sorella Barnes, sono due missionarie mormone che trascorrono le loro giornate facendo proselitismo porta a porta. Nel corso di un pomeriggio di pioggia vengono accolte nella casa del signor Reed, un uomo molto gentile e ospitale.

Il seducente ex protagonista di Quattro matrimoni e un funerale (Four Weddings and a funeral; 1994) Hugh Grant decide di far virare, alla soglia dei sessantacinque anni, la propria carriera in qualche cosa che vada ben oltre lo sbattere di ciglia e battute finto simpatiche e quindi, accantonate le commedie in rosa e brillanti, si cala anima e corpo nel ruolo di un ospite dai modi melliflui e fintamente gentili. Un uomo di mezza età desideroso di confrontarsi con due adepte del mormonismo, passate, è il caso di dirlo per loro sfortuna, presso la sua abitazione nel percorso di proselitismo che giornalmente viene loro imposto dalla loro confessione religiosa.
La coppia di registi quarantenni Beck e Woods, esperti del genere horror, anche con derive slasher, vede nel tutt’altro che amichevole mister Reed, impersonato da Grant, un interlocutore spinto inizialmente da un sano interesse per la religione mormonica. Ma l’apparenza inganna e le due sorelle impersonate dalla ventiquattrenne Chloe East, già vista in The Fabelmans (id.; 2022) di Steven Spielberg. E la venticinquenne Sophie Thatcher, star della serie televisiva Yellowjackets (id.; 2021 – in produzione), saranno prima preda delle elucubrazioni del loro ospite, che non riesce a rinunciare alle proprie maniere decisamente molto british. Impossibile non notarlenel tono e nella tipologia delle battute, nello scherzo seducente, nell’ammiccare continuo. Fino ad assecondarne domande, osservazioni e logiche grazie alle quali Mister Reed vorrebbe persuaderle di rinnegare la veridicità di qualunque credo. E alle quali le due saranno incapaci di sottrarsi pur di avere salva la vita.
Soggetto e sceneggiatura, affidate alla coppia di registi, risultano almeno in parte solide e ben strutturate; al punto che il film potrebbe facilmente essere scambiato per una pièce teatrale girata quasi esclusivamente in interni e con l’ausilio di pochi interpreti; oltre ai già citati Mister Reed e le due sorelle Paxton e Barnes, si aggiunge il solo Topher Grace, nel ruolo (secondario) di un altro adepto che va alla ricerca delle due ragazze scomparse.

Nel complesso la pellicola ha il pregio di far riflettere lo spettatore grazie alle numerose nozioni storiche, e le derive intellettuali sulla veridicità del credo religioso, nelle quali s’inerpica il luciferino Mister Reed. Per l’interpretazione Grant ha ricevuto una candidatura sia al Golden Globe, sia ai BAFTA, l’equivalente inglese dei premi Oscar. Ma purtroppo la pellicola non riesce a decollare del tutto: forse causa la scelta di relegare la storia completamente all’interno di un ambiente che porta a non avere possibili biforcazioni narrative. Sia causa l’impasse nel quale a un certo punto rimane relegata la trama, con un’evidente difficoltà nell’essere portata a termine.
Heretic (id.) USA, UK, Canada – 2024. Regia di: Scott Beck, Bryan Woods Genere: horror, thriller Durata: 110′. Cast: Hugh Grant, Sophie Tatcher, Chloe East, Topher Grace, Elle Young Fotografia: Chung Chung-hoon Musiche: Chris Bacon Soggetto: Scott Beck, Bryan Woods Sceneggiatura: Scott Beck, Bryan Woods Montaggio: Justin Li Produzione: A24, Beck/Woods, Catchlight Studios, Shiny Penny, The Government of Canada Income Tax Credit Program Distribuzione: Eagle Pictures
Heretic, di Scott Beck e Bryan Woods
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