I bambini di Cold Rock, recensione del film diretto da Pascal Laugier.
Dal regista del controverso Martyrs, un Thriller lugubre e ben confezionato di cui potremo svelare ben poco onde evitare spoiler. Basti sapere che la sorpresa è racchiusa nel finale. In una cittadina della provincia americana, sovrastata da montagne e circondata da folti boschi, qualcosa di minaccioso è arrivato e a poco a poco sta portando via tutti i bambini. La leggenda narra che sia un uomo alto, The Tall Man, titolo originale del film. Una figura incappucciata di nero che rapisce i piccoli abitanti e che nessuno è mai riuscito a catturare…
Julia è un’infermiera ed è molto amata dalla comunità, grazie anche al defunto marito, un medico stimato e rispettato. Vive in una grande casa con suo figlio David e la Babysitter Christina. L’angoscia che possa succedere qualcosa alla sua famiglia è onnipresente e quando una notte il bambino viene rapito, Julia, ferita e sanguinante, non esita a rincorrere l’uomo e a rischiare la vita per salvare suo figlio. Chi è l’uomo alto? Dove nasconde i bambini? Li ha uccisi tutti? I bambini di Cold Rock è il classico Thriller ben architettato, del quale non si può raccontare altro. L’atmosfera tetra pervade la narrazione per intero: tesa la prima parte mentre la seconda rallenta.
Tecnicamente molto valido, il film si avvale di un’ottima fotografia che sfrutta sapientemente il ricorso ai giochi di luce e ombre…
Il finale merita, principalmente per l’originalità dell’idea e per l’attualità del tema di fondo. Film di genere per il quale Pascal Laugier ha lasciato la madrepatria francese e ha girato in America. I bambini di Cold Rock è un Thriller saturo di mistero e regala una suspense costante. L’ambientazione e la comunità cittadina richiamano molto da vicino certi romanzi del re del brivido, Stephen King e a più riprese si avvertono echi dello Shining di Kubrickiana memoria, vedi la camminata claudicante di Jessica Biel, che ricorda quella di Jack Torrance, o l’inseguimento con il bambino.
Tecnicamente molto valido, il film si avvale di un’ottima fotografia che sfrutta sapientemente il ricorso ai giochi di luce e ombre, infondendo un’aura minacciosa alle immagini. Girata in maniera eccelsa la sequenza adrenalinica della fuga notturna sul camion. Il montaggio è impercettibile e sebbene il ritmo narrativo perda colpi nella seconda parte della vicenda, la tensione resta alta e fa sì che il pubblico continui a chiedersi per tutto il tempo: che fine hanno fatto i bambini?. Sono loro infatti a catalizzare l’attenzione ed è intorno a loro che la sceneggiatura è stata costruita.
I cittadini, la barista, lo sceriffo, le famiglie disastrate senza lavoro né futuro, la miniera ormai chiusa sulla quale è stata costruita la cittadina di Cold Rock, sono il motore della vicenda. Lo si scopre a poco a poco, come l’intero film, che si svela sequenza dopo sequenza, in un crescendo di angoscia e mistero…
I bambini di Cold Rock (The Tall Man.) USA, Canada 2011 Regia di: Pascal Laugier. Genere: Thriller Durata: 100′. Cast: Jessica Biel, Jodelle Ferland, Stephen McHattie, William B. Davis, Samantha Ferris, Katherine Ramdeen, Kyle Harrison Breitkopf, Jakob Davies, Teach Grant, Alicia Gray. Fotografia: Kamal Derkaoui. Musiche: Todd Bryanton. Sceneggiatura: Pascal Laugier.
I bambini di Cold Rock, recensione del film diretto da Pascal Laugier.
Valutazione finale: 7,5/10