Il collezionista di carte, recensione del film di Paul Schrader.
William Tell ha un passato oscuro fatto di sevizie praticate nel carcere di Abu Ghraib. Sevizie per le quali ha scontato otto anni di carcere impiegati per apprendere l’arte di contare le carte. Tecnica che gli è tornata utile nel momento in cui, una volta uscito intraprenderà la carriera di giocatore professionista di poker. La vita di William trascorre fra un torneo e il successivo fino a quando, nel corso di un convegno di polizia, riconosce il suo vecchio superiore John Gordo che al contrario di lui non ha mai pagato per i reati commessi. Sarà solo l’incontro con Cirk, figlio di un suo commilitone, che farà variare le abitudini e le convinzioni del meticoloso e inosservato giocatore d’azzardo.
Paul Schrader, sempre nel solco del suo cinema di denuncia, fatto di antieroi e gente comune che vive ai limiti della legalità, dona al personaggio principale della sua ultima pellicola il nome di un patriota svizzero, William Tell, per spiegarci quasi per contrappasso come gli USA non desiderino “eroi” sanguinari, capaci di macchiarsi di reati abietti, ma preferiscano che la cenere rimanga celata sotto un tappeto. Il William Tell di Isaac è un personaggio ai margini che dopo una vita trascorsa al servizio dell’esercito americano a servire e reprimere i nemici della propria nazione, si è trovato abbandonato nelle fredde aule di un tribunale per aver portato a termine ordini disumani per i quali ha pagato un tributo molto caro ma che ha accettato senza recriminare.
La pellicola è un perfetto road-movie di passaggio da un casino al seguente, da una partita alla successiva, di un uomo che ha avuto la capacità di sfruttare gli anni di detenzione per affinare una tecnica complessa, necessaria sia a mantenerlo ma anche a fargli dimenticare da dove proviene. Un contatore di carte meticoloso, in grado di fermarsi un attimo prima di venire scoperto dagli uomini della sicurezza dei vari casino, nel perenne tentativo di rimanere inosservato e ai margini sia della vita, sia delle partite. Partite in cui un sottobosco di scommettitori molto meno accorti di William fa da sfondo a un percorso di redenzione, ma sarebbe più opportuno definirlo di cambiamento, di un ex – militare che per un evento inatteso si troverà nuovamente catapultato in un passato che credeva dimenticato.
Al fianco di Isaac si muovono altri eccellenti comprimari come il giovane Tye Sheridan, nel ruolo di un figlio in cerca di vendetta. La comica, ma qui non si direbbe, Tiffany Haddish in quello di un’agente alla ricerca di talenti del mondo del Poker. E infine Willem Dafoe, nella difficile parte dell’ex – maggiore John Gordo. Da vedere come pellicola catartica e come viatico al recupero di tutta la produzione di Schrader.
Il collezionista di carte (The card counter.) USA, Svezia 2021 Regia di: Paul Schrader. Genere: Drammatico Durata: 145′. Cast: Oscar Isaac, Tye Sheridan, Tiffany Haddish, Willem Dafoe, Alexander Babara, Bobby C. King, Ekaterina Baker. Fotografia: Alexander Dynan. Musiche: Robert Levon Been, Giancarlo Vulcano. Sceneggiatura: Paul Schrader.
Il collezionista di carte, recensione del film di Paul Schrader.