Il mistero del castello, recensione del film diretto da Don Sharp.
I film più famosi di Don Sharp sono stati quelli realizzati per la Hammer Film Production e Il mistero del castello (The Kiss of the Vampire, 1963) ne è un ottimo esempio. La macchina dei due neo sposini Gerald e Marianne si ferma a causa del serbatoio vuoto, così prendono alloggio presso un piccolo albergo, le cui camere sono tutte libere, tranne quella occupata dal misterioso professor Zimmer. La coppia viene invitata a cena dal Dr. Ravna, il quale li accoglie al suo castello insieme ai due figli Carl e Sabena. Marianne rimane ammaliata dalla musica che Carl suona al pianoforte. Ciò che i coniugi non sanno è che il Dr. Ravna è il capo di una setta che pratica il vampirismo e vuole mettere le mani su Marianne…
Il mistero del castello rimane un Cult della Hammer, forse non da inserire tra i primi posti, ma certamente tratteggia un racconto diverso dei vampiri e vi si trovano spunti nuovi…
Nel film alcune soluzioni adottate sono poco credibili. Prima fra tutte l’eccessiva ingenuità dei due sposi, cechi e sordi di fronte allo strano comportamento di ogni singolo individuo cui fanno la conoscenza. L’atmosfera che li circonda è strana e tesa, eppure i due non si accorgono né si preoccupano di nulla. Presi in toto dalla luna di miele, si potrebbe supporre. Don Sharp e lo sceneggiatore Anthony Hinds (produttore del film, che per l’occasione utilizza uno pseudonimo) mettono in scena una serie di stereotipi sui vampiri al fianco dei quali introducono però qualcosa di nuovo per quel periodo. I vampiri possono uscire di giorno se il sole è coperto dalle nuvole, il darsi al vampirismo è inteso come corruzione morale, vivendo nel peccato. Inoltre i vampiri sono raggruppati in una setta e seguono mansueti il volere del proprio leader.
Le scenografie sono copiose. Lo fanno notare gli stessi personaggi, Gerald e Marianne, alla loro prima visita al castello, pieno di orpelli e di oggetti di una certa importanza. Durante la fastosa festa da ballo in maschera si avverte un’atmosfera decadente di società di fine secolo. Il mistero del castello promette un coinvolgimento e una tensione che si perderà durante il percorso narrativo intrapreso dallo spettatore. Ci sono dei momenti, in effetti, in cui il ritmo rallenta e il tanto atteso sgomento lascia il posto a un’emozione che non arriva. Ben riuscita la parte in cui Gerard, dopo la festa, al risveglio non trova più Marianne e tutti cercano di fargli credere che non sia mai stata al suo fianco.
Quest’aspetto è stato ripreso dal film di Alfred Hitchcock La signora scompare (1938). Le performance rese da Edward de Souza (Gerald) e da Clifford Evans (Prof. Zimmer) sono le più interessanti e spiccano sulle altre. Nell’epilogo quello che dovrebbe essere il pezzo forte del racconto, quando un’orda di pipistrelli attacca la setta decretandone la fine, non coglie l’effetto voluto. Purtroppo salta agli occhi tanto l’impostura dei pipistrelli di gomma quanto la finzione dell’essere aggrediti degli attori.
Ne Il mistero del castello, tirando le somme, ci sono diverse cose riuscite, qualcuna curiosa e originale, e situazioni e aspetti poco curati e mal espressi, sui quali forse non si è riflettuto abbastanza prima di trasporli. Rimane un Cult della Hammer, forse non da inserire tra i primi posti, ma certamente tratteggia un racconto diverso dei vampiri e vi si trovano spunti nuovi.
Il mistero del castello (The Kiss of the Vampire.) Gran Bretagna 1962 Regia di: Don Sharp. Genere: Horror. Durata: 82′. Cast: Clifford Evans, Jennifer Daniel, Edward De Souza, Noël Willman. Fotografia: Alan Hume. Musiche: James Bernard. Sceneggiatura: John Elder.
Il mistero del castello, recensione del film diretto da Don Sharp.
Valutazione finale: 6/10