Illustri fantasmi nel castello di Tocqueville, di Piero Bevilacqua.
Quanti di noi hanno immaginato di poter incontrare persone scomparse da tempo, più o meno celebri, se non altro come esercizio onirico e valida terapia contro la velocità impazzita che domina i nostri tempi. Lo scenario di questi Ilustri fantasmi è il castello di Tocqueville, nella Bassa Normandia.
Un’idea intrigante capace di suggestioni politiche concitate.
Il viaggio nel tempo di Bevilacqua riunisce personaggi di ieri e della contemporaneità. Marx, Lenin, Burke, Friedman, Nietzsche, Luxembourg, Gramsci nel salotto del visconte Alexis Henri Charles de Clerel de Tocqueville. Rivoluzionari, conservatori con un non allineato, il crepuscolare Nietzsche.Tra discussioni furiose, invettive e varie strida il gruppo stranamente si ritroverà a cena. Forse cementerà, secondo la regola degli opposti che si attraggono, la propria indissolubile diversita’.
La fantasmagorica messinscena è ideata da Piero Bevilacqua. Storico navigato, che imbastisce una piece teatrale, dove Montesquieu incalza gli ospiti e nel contempo ne placa gli animi. Con pacatezza dirige gli umori e le inevitabili diversità ideologiche al fine di giungere a una impossibile sintesi. Così Milton Friedmann, già promotore e alfiere del neoliberismo abbandona la riunione dopo essere stato attaccato pesantemente da Marx, Lenin e Burke, soprattutto per aver spalleggiato, con generose consulenze dei suoi Chicago boys il regime di Pinochet in Cile (per Burke il nome fa venire in mente una banda di teppisti). E, a dire il vero, non lontano dalla realtà. Il libro si legge con piacere, il linguaggio non è mai per iniziati e quà e là non manca anche il sottile humor della domestica napoletana.
Si diceva della strutturazione in piece teatrale. Chissà se qualche curioso teatrante l’ha letto e apprezzato. Potrebbe essere l’occasione, per recuperare parte di quel pensiero che sembra oramai destinato a perire tra le macerie del nulla prefabbricato e della mercificazone incontrollata delle idee.
Illustri fantasmi nel castello di Tocqueville, di Piero Bevilacqua.