Intervista al gruppo musicale Banda Osiris. (Intervista di Ciro Andreotti)
Questa è la storia di quattro ragazzi di Vercelli che inizialmente erano altri quattro, nel senso che uno non c’è più ma è stato prontamente sostituito. Quattro ragazzi che per chi è nato negli anni ‘70 rappresentavano l’accompagnamento musicale di trasmissioni RAI pomeridiane, riuscendo a portare i classici della musica a un livello inatteso.
Seguendo una chiave di lettura, e non di violino, comica, bizzarra capace d’intrecciarsi anche con la musica leggera. A dimostrazione che non vi siano confini di genere, ma eventualmente e solamente di idee. Capaci di scrivere temi di accompagnamento per il cinema, la radio e sigle TV. Trovando la propria dimensione ideale a teatro, in spettacoli che definire imperdibili è poco. Questa è la storia della Banda Osiris, e se pensate che vi sia una vaga similitudine con il nome dell’attrice e soubrette, mi sa che ci abbiate azzeccato.
1) Siete un gruppo storico del panorama musicale italiano. Un gruppo nato e cresciuto in provincia e che fondamentalmente è rimasto sempre immutato. All’inizio degli ‘80 cosa vi spinse a iniziare quest’avventura musicale? E pensavate di arrivare a toccare vertici particolari di successo? Particolari per il genere che proponete.
Siamo nati a Vercelli, nel 1980. Appassionati di teatro e musicisti dilettanti, organizzammo, 42 anni fa, un festival di teatro di strada. Tra maghi, prestigiatori e funamboli, ci accorgemmo che mancava un elemento che funzionasse da collante. Un elemento che accompagnasse gli spettatori nei vari luoghi dove si svolgevano gli spettacoli. Poiché due di noi facevano parte della Filarmonica cittadina, prendemmo spunto dalla musica bandistica e dagli strani e bizzarri personaggi che di solito popolano queste formazioni e ci inventammo una piccola banda che intratteneva, dialogava, suonava in strada per il pubblico.
Sarà stata l’incapacità come musicisti, le piccole gag studiate appositamente, la simpatia innata o la pietà suscitata, fatto sta che la proposta riscontrò un discreto successo. Da quel giorno iniziò il tutto. I primi concertini a cappello, gli inviti ai mercati o alle fiere, le partecipazioni ai festival di Teatro di strada. Seguirono le richieste di spettacoli in Italia e all’estero, la televisione, il Teatro con la T maiuscola, il Cinema e via così. Nessuno di noi se lo sarebbe mai aspettato. Tutto è iniziato per gioco e forse è durato così a lungo perché è rimasto un gioco ancora adesso.
Intervista al gruppo musicale Banda Osiris.
Se poi il successo si misura col fatto che abbiamo vissuto facendo un lavoro che ci piace, che abbiamo girato il mondo, che non abbiamo avuto padroni, che siamo stati i responsabili di tutte le scelte fatte, che ci abbiano pagato per divertire e, diciamolo, per divertirci, ebbene sì, abbiamo avuto successo.
2) Proprio in merito al genere proposto avete trascorso una vita a cercare di cambiare il modo di interpretare la musica. Partendo dai classici e creando a tutti gli effetti un nuovo genere. Definirvi un gruppo demenziale sarebbe riduttivo ma di certo la parte ilare è sempre molto presente nei vostri spettacoli. E quindi esattamente come vi potreste definire?
Nella domanda c’è già in parte la risposta. Per descrivere il nostro lavoro, hai parlato di “spettacoli”, dove l’elemento teatrale è più importante o almeno paritario con l’elemento musicale, e non di “concerti”, dove invece la musica la fa da padrona. Ci hanno definito il gruppo più importante nel teatro comico musicale, ma poteva andar bene anche la miglior comicità nella musica teatrale o la sublime musicalità del teatro comico. L’importante è far convivere insieme questi elementi, teatro, musica e comicità, che concorrono a formare la cifra stilistica che ci distingue.
Non provenendo da conservatori o da accademie teatrali, siamo principalmente dei cuochi autodidatti che hanno inventato una ricetta per mettere insieme questi tre inscindibili ingredienti. E qui sta anche la distinzione col demenziale. I grandi del genere, Skiantos ed Elio e le Storie Tese su tutti, basano la loro comicità sulle parole, sui testi delle loro canzoni, cui la musica fa da supporto. Per noi la comicità nasce dalla musica stessa. Dal modo in cui la esegui, dalle sorprese che ti riserva per gli accostamenti incongrui, dalla fusione di generi che penseresti impossibili, dalla trasformazione degli strumenti musicali in oggetti scenografici.
3) Quali sono stati i dischi e gli artisti che maggiormente vi hanno saputo formare e influenzare? Immagino molta musica classica, di certo Fred Buscaglione, del quale riproponete “Che Notte” in una versione personalmente magistrale. Ma chi altro?
Siamo stati sempre onnivori negli ascolti: musica classica, pop, jazz, rock, avanguardia, con una predilezione particolare per le contaminazioni, cosa che nella musica della nostra giovinezza avveniva molto frequentemente. Il rock con il jazz, la classica con il pop, il folk con l’heavy metal, più un genere si fondeva o confondeva con un altro e più ne eravamo affascinati. In parole povere ci piaceva la sorpresa, lo spiazzamento e l’ironia. Dobbiamo fare dei nomi? Mozart e il suo “Ein musikalischer Spass”, il Quartetto Cetra, Fred Buscaglione, Renato Carosone e, fuori dai nostri confini, Carl Stalling e Spike Jones, due geniali compositori di musica per i cartoni animati.
4) Quale il lavoro o la collaborazione alla quale siete maggiormente legati? Io personalmente vi ho visti in “Le Dolenti Note” e ammetto che il Live e il contatto con il pubblico sia la vostra dimensione migliore.
Concordiamo pienamente che l’esibizione dal vivo sia la dimensione migliore per il nostro modo di fare spettacolo. Proprio perché, provenendo dal teatro di strada, l’interazione e lo scambio di energia con il pubblico è fondamentale. E’ innegabile inoltre che dopo tutti questi anni passati insieme sui palcoscenici di mezzo mondo, noi quattro cercassimo nelle collaborazioni, nell’incontro con artisti differenti, la linfa di nuova creatività. Non ci sentiamo di fare una classifica perché ognuno degli artisti con i quali abbiamo lavorato, e sono moltissimi, è stato importante. Sia in campo musicale come (citiamo a caso) Bollani, Rava, Gianmaria Testa, sia in quello teatrale come Neri Marcorè, Ugo Dighero, Eugenio Allegri e, ultimamente, in quello scientifico con l’incontro “spettacolare” con il filosofo della scienza Telmo Pievani.
5) Vantate anche numerose incursioni nel mondo della TV e del cinema cosa e come si differenziano questi due mondi?
Parlando della nostra esperienza possiamo affermare che sono due mondi distanti anni luce. E’ la stessa differenza che c’è tra un concertista e un compositore. La tv ha bisogno di presenza, di fisicità oltre all’aspetto strettamente musicale, mentre nel cinema, come creatori di colonne sonore, è la capacità compositiva a essere importante.
Un gruppo musicale atipico al di fuori degli schemi.
6) Per uno come me nato nei ‘70 e adolescente negli ‘80, la TV rappresentava un sottofondo dei pomeriggi infrasettimanali e voi l’avete piacevolmente occupata. Oggi i palinsesti sono saltati e i programmi sono on – demand. Questo ha comportato anche per voi scelte televisive differenti?
Questo “io mi ricordo di voi quando era bambino…” ci fa sentire un po’ dei dinosauri. Comunque sorvoliamo e rispondiamo alla domanda. Abbiamo sempre avuto un rapporto difficile con la televisione. Non è mai stato il mezzo adatto al nostro modo di far spettacolo. Se ha avuto una funzione, è stata quella strettamente promozionale e noi l’abbiamo sfruttata per farci conoscere, per arrivare al grande pubblico, ma soprattutto per portare più spettatori possibili a teatro. Ma cosa guardano adesso quegli spettatori? Quali programmi televisivi? La tv generalista è praticamente scomparsa, Internet, il digitale, le piattaforme, c’è una così grande frammentazione della proposta che ora non sapremmo più come raggiungere lo scopo di cui parlavamo sopra.
7) Nonostante una carriera lunga e gratificante i dischi incisi non sono molti. A quando una nuova uscita discografica?
E’ già pronta. Non è ancora certa la data di pubblicazione ma c’è già il titolo: LA BANDA OSIRIS A 10 ANNI DALLA SCOMPARSA. Ricordatevi che noi siamo nati quando non esistevano i CD ma c’era la DC e termineremo quando non ci saranno più i CD (tra non molto), sperando che non torni la DC.
Intervista al gruppo musicale Banda Osiris.