a cura di Ciro Andreotti
La vita artistica e non solo artistica, di Giorgio Gaber vista attraverso le immagini di repertorio provenienti dalle teche RAI e dai suoi spettacoli teatrali, viene ripercorsa da chi prima di tutto lo ha conosciuto e da chi invece ne è rimasto come molti affascinato.
“Uscivo da un juke box e mi muovevo cantando, come fossi attaccato a una presa di corrente“
Giorgio Gaber
Dalia, figlia di Giorgio Gaber, ci conduce nei luoghi frequentati dal padre. La vita domestica, la carriera iniziata come membro del clan di Adriano Celentano e a presenziare come intrattenitore musicale da prima serata in coppia con Mina. Fino alla scelta di abbandonare tutto, perché la vena anarchica che lo ha sempre contraddistinto doveva essere sfogata in altro modo e per fare questo era necessario allontanarsi da una TV nazionale, troppo ingessata nei ’60 e ancora vittima della censura e delle tensioni interne nei successivi ’70. Il tutto per dar vita a spettacoli in solitaria nei quali poteva ‘vuotare il sacco’. In cui era capace di muoversi come un burattino senza fili comandato a distanza. Accompagnato solamente dalla propria chitarra e dalla voglia di dar libero sfogo a spettacoli interminabili pensati per scuotere le sensibilità delle persone presenti.
Questo e molto altro era il signor G e Riccardo Milani non nuovo a operazioni nostalgia, suo Nel nostro cielo un rombo di tuono (id.; 2022) dedicato alla leggenda del Cagliari Gigi Riva, riesce a trattare con cura l’archivio Gaber messo a sua disposizione dalla Fondazione che ne porta il nome e dalla RAI, ricavandone un documentario che, per quanto possibile, a causa della mole di ore di girato, ne ripercorre la vita privata e artistica, aggiungendovi gli interventi mai veramente banali di amici, fan, collaboratori e di semplici ascoltatori, non necessariamente provenienti dal mondo della musica, basti notare la presenza di Pierluigi Bersani, Mario Capanna e Fabio Fazio, tutti pronti a commentarne le performance, le canzoni e gli spettacoli. A ripercorrerne la carriera e a dire, come noi tutti, quanto oggi lo sguardo mai banale di Gaber sarebbe necessario. Lasciando però lo spettatore di fronte a una richiesta che rimane inevitabilmente inevasa.
Presentato alla Festa del cinema di Roma e per tre giorni al cinema, prima di essere dirottato sulla piattaforma di RAI Play, il documentario di Milani rappresenta la perfetta sintesi e porta d’ accesso al mondo del cantante Milanese. Un mondo che merita di essere recuperato perché di artisti del calibro di Giorgio Gaber ne nascono uno ogni cent’anni e all’orizzonte una lucidità degna della sua portata, al momento non si riesce a intravedere.
Io noi e Gaber (id.) Italia. 2023 Regia di: Riccardo Milani Genere: Documentario, Biografico Durata: 135′. Cast: Dalia Gaberscik, Claudio Bisio, Pierluigi Bersani, Fabio Fazio, Ivano Fossati, Sandro Luporini, Lorenzo Jovanotti, Gino e Michele, Paolo Jannacci . Fotografia: Saverio Guarna Musiche: Giorgio Gaber Sceneggiatura: Francesco Renda, Riccardo Milani Montaggio: Francesco Renda Distribuzione: Lucky Red