Jersey Boys, di Clint Eastwood

a cura di Ciro Andreotti

L’ascesa di Frankie Castelluccio, parrucchiere del New Jersey, artisticamente rinominatosi ‘Frankie Valli’, che assieme al suo amico d’infanzia Tommy DeVito diede vita negli anni ’50 al quartetto dei Four Seasons che spopolò per almeno un ventennio con successi che andavano dal melodico alla disco music.

Nel 2014 Clint Eastwood subentrò a Jon Favreau come regista per la trasposizione cinematografica del musical firmato da Marshall Brickman e Rick Elice. Eastwood aggiunse alla sceneggiatura, sempre firmata da Brickman e Elice, le musiche di Bob Gaudioso, tornando così, a distanza di oltre tre decadi, a narrare la propria passione sia per il mondo della musica – nel 1988 diresse Bird (id.; 1988) sulle gesta di Charlie Parker – ma anche per il mondo delle biografie.

Eastwood riuscì a confezionare una pellicola al solito riuscita e dotata di una scenografia curata nei minimi dettagli. Musicalmente ritmata e veloce quanto basta per legare lo spettatore alla poltrona e gettarlo in un’epica fatta di gangster dal cuore d’oro (il redivivo e mai domo Christopher Walken), di ettolitri di brillantina, capelli pettinati con la riga di lato, Pontiac iridescenti e cucine a gas dai colori improbabili. Strade solcate da giri di scommesse clandestine, dalla fatica inenarrabile per ottenere una scrittura da parte di un gruppo talentuoso come i Four Seasons. E di come la fortuna, economica duramente guadagnata possa essere sperperata con un semplice schiocco di dita. In tal caso a eseguire ci pensa Tommy De Vito. Ottima l’interpretazione offerta da Vincent Piazza proveniente dalla serie BoardWalk Empire – L’impero del crimine (BoardWalk Empire; 2010-2014). 

La stella di Frankie Valli, all’anagrafe Francis Stephen Castelluccio, originario di Newark (ovviamente New jersey) ma di chiare origini italiane, vien dipinta con dovizia e magnanimità da uno dei migliori registi dei giorni nostri, e interpretata da John Lloyd Young, alla sua prima prova di spessore, capace di restituirci un crooner ancor più credibile di come ce lo si possa immaginare.

Le origini del cantante e del gruppo di chiare origini Italo – americane, sono enfatizzate per tutto il corso di una pellicola che cura nei minimi dettagli il sound e le performance musicali di una realtà non troppo di nicchia e che grazie sia alla voce di Valli, sia alle proprie origini, riuscì a spopolare in una decade, i ‘50, piena di musica che spaziava dal melodico, al Rockabilly, fino alle prime propaggini del Rock e del Rhythm and Blues, non senza numerose difficoltà.

Da vedere se riuscite a essere rapiti da una storia vera, non dei giorni nostri, ma narrata come se lo fosse.

Valutazione Finale: 7,5 / 10

Jersey Boys (id.) USA, 2013 Regia di: Clint Eastwood Genere: drammatico, musicale, biografico Durata: 133′. Cast: Francesca Eastwood, Freya Tingley, James Madio, Billy Gardell, Kathrine Narducci, Mike Doyle, John Lloyd Young, Vincent Piazza, Christopher Walken Scenografia: Kave Quinn Fotografia: Tom Stern Musiche: Bob Gaudio Montaggio: J.Cox, G.Roach Soggetto: Marshall Brickman, Rick Elice Sceneggiatura: Marshall Brickman, Rick Elice Produzione: Malpaso, GK Films, Wwarner, Ratpac Distribuzione: Warner Bros

Jersey Boys, di Clint Eastwood