Recensione film La casa dalle finestre che ridono, di Pupi Avati.
In un paesino sperduto, arriva un restauratore, per sistemare un affresco ( orrido) all’interno di una chiesa, dove viene raffigurato un uomo sacrificato e ucciso da un coltello. Misteri e ombre, fanno parte di un passato, che si ripercuote sempre di più nel luogo e allora Stefano, comincerà ad indagare…. Colui che aveva disegnato l’affresco; personaggio particolare, non proprio distinto .
Ogni popolano dava una visione diversa e nessuno ci vedeva molto chiaro. Aveva due sorelle che abitavano in Brasile e il Legnani era una persona disturbata mentalmente, dove si rispecchiava la sua “affezione”, all’interno delle sue opere molto disturbanti. Arriva qualcosa di strano; ripulendo l’affresco, scopre che oltre all’uomo sacrificato, ci sono due donne; ritornando la mattina, non le trova più.
Il film narra le vicende del restauratore Stefano che si troverà a combattere le sue paure e cercherà a tutti i costi di vederci chiaro. Dove non c’è ombra, il tetro mondo che lo circonda non fa da riparo, anzi questa reticenza lo fa confondere. Le sorelle del pittore, vengono raffigurate con “onore”, come una tipologia “politica”, simile ai membri di cosa nostra; aiutate dalle radici rurali, che con l’omerta’, fanno da scudo alla veridicità dei fatti.
La pellicola si presenta come un Soft-Horror con un’elevata presenza gotica e con una radice popolare emiliana. La difficoltà nel percepire e nel valutare l’ignoto, fa paura, più dei mostri con i trucchi prostetrici. Per molti tratti del film, questa rincorsa verso il macabro, rende inquieto Stefano; si trasforma in un “giallo” dalle atmosfere noir. Le sorelle del Legnani vivono grazie alle morti degli abitanti, dove rimangono impietriti e soli. Nella pellicola non troviamo giovani, e sopratutto non troviamo bambini.
Un territorio recluso da anziani dove non c’è crescita, ma troviamo un distacco, che porta soltanto alla reclusione. Il regista emiliano confeziona un horror di stampo made in italy, con naturalezza, passando da una visione politica, fino ad un viaggio interiore delle nostre paure e del male che ci circonda. Il padre dell’horror gotico italiano, tira fuori una storia di spessore, ove il terrore fortunatamente precede l’orrore; solo Pupi li sa fare; poi a distanza di anni tornerà nel campo “horror” con il Signor Diavolo nel 2019.
Tra il cast oltre la regia di Pupi Avati, abbiamo Lino Capolicchio,Francesca Marciano, Gianni Cavina. La pellicola si trova su YouTube in buona qualità e se si ricerca il primo Pupi Avati thriller/horror, si possono trovare molte sue pellicole su Prime Video. Possiamo identificare senza problemi questa pellicola del 1976, come un “cult” del cinema horror italiano.
La casa dalle finestre che ridono (Id.) Italia 1976 Regia di: Pupi Avati Genere: Horror Durata: 110′ Cast: Gianni Cavina, Lino Capolicchio, Giulio Pizzirani, Francesca Marciano, Bob Tonelli, Pietro Brambilla, Ferdinando Orlandi, Ines Ciaschetti. Uscita: 30/01/2014
Recensione film La casa dalle finestre che ridono, di Pupi Avati.