La casa di carta, recensione della Serie TV Netflix.
Un gruppo di sconosciuti è riunito in un’aula improvvisata nelle campagne di Toledo, il loro scopo è dare vita a un progetto ambizioso. Una rapina preparata in ogni minimo dettaglio alla Zecca di Madrid. L’anonimato di ciascuno è protetto dall’essere identificati con il nome di una città e dal divieto di svelare informazioni riguardo il proprio passato. A riunire il gruppo uno sconosciuto dall’aspetto da intellettuale che si fa chiamare “il Professore” e che per anni ha studiato il colpo in ogni minimo dettaglio, compresa la scelta dei componenti il gruppo, ognuno esperto di una particolare tecnica.
Una serie serie tv intrigante e intelligente, che pesca da più generi in un mix perfetto.
Alex Pina, laureato in informatica e ideatore della serie, saccheggia a piene mani dal mondo del cinema e della tv riuscendo a tracciare un preciso solco fra un prima e un dopo rispetto a un prodotto che una volta spiccato il volo dalla natia Spagna ha saputo tramutarsi in una progressione geometrica in termini di visualizzazioni. Il tutto sapendo mischiare sapientemente le più classiche caratteristiche dei Caper Movie.
Dalla preparazione del primo colpo alla Zecca di Stato, e in seguito alla Banca di Spagna, con i primi inevitabili coinvolgimenti sentimentali e scontri fra personaggi dalle caratteristiche profondamente differenti e che in barba ai vari divieti iniziano a interagire e conoscersi. Passando per l’irruzione all’interno della Zecca, muniti di tuta rossa e una maschera stilizzata raffigurante il volto di Salvador Dalì, citazione non troppo velata al blockbuster firmato da Spike Lee, Inside Man. Il tutto mixato in un soggetto che regge inizialmente il ritmo dei diversi piani narrativi.
Il pathos creato dalle continue e imprevedibili reazioni delle forze dell’ordine, al cospetto di un interlocutore che non vuole mai usare quella forza della disperazione che caratterizzava il Sonny Wortzik, di Quel pomeriggio di un giorno da cani, ma la propria intelligenza e forza di persuasione. La vita passata di ogni componente del gruppo, centellinata per mantenere alta la suspense, il tutto grazie a continui flashback che svelano come ognuno sia stato avvicinato per fare parte di un operazione suicida e i rapporti fra i singoli.
Serie Tv Europea che strizza l’occhio al mondo a stelle e strisce.
E infine le reazioni degli ostaggi identificati come merce di scambio ai quali non succederà nulla se i termini dell’accordo saranno rispettati. A orchestrare ogni livello della trattativa e ogni aspetto dell’assedio Sergio Marquina (il Professore) personaggio solitario, apparentemente sociopatico e dalle mille sfaccettature. Personaggio esaltato dall’interpretazione mai sopra le righe del poco più che quarantenne Alvaro Morte. Attore di teatro e docente di recitazione, che al personaggio più iconico della serie aggiunge pochi ma significativi cambi di espressione, teorie Marxiste e citazioni del miglior Bertolt Brecht. Teorie e citazioni da sfruttare a proprio vantaggio, ma mascherandole da lotta verso il sistema capitalista ed esaltate dall’uso della canzone ‘Bella Ciao’.
Serie che, come dicevamo, ha segnato un pre e post Casa di Carta e che nonostante le troppe puntate spesso uguali, con un iter narrativo sfruttato in ogni anfratto, rappresenta la pietra angolare del cosa ci possa attendere da qua in poi dalla serializzazione di matrice europea che strizza l’occhio, in maniera nemmeno troppo nascosta, al mondo a stelle e strisce.
Titolo originale: La casa de Papel. Ideatore: Álex Pina. Cast: Alvaro Morte, Ursula Corbero, Miguel Herran, Itziar Ituño, Paco Tous, Pedro Alonso, Alba Flores, Jaime Lorente, Esther Acebo, Enrique Arce, Maria Pedraza Luka Peros. Spagna, 2017 – 2021. Drammatico Durata: 5 stagioni per un totale di 41 episodi da 41’ – 76’ ciascuno Uscita: Primo episodio in Spagna 2 maggio 2017. In Italia 20 dicembre 2017. Produzione: Atresmedia, Vancouver Media, Netflix Distribuzione: Netflix.
La casa di carta, recensione della Serie TV Netflix.