La Mummia, recensione del film diretto da Terence Fisher.
Nel 1959 il regista Terence Fisher realizza un nuovo film de La Mummia (The Mummy). Da quando ha fatto la sua comparsa sul grande schermo nel 1932, il personaggio della mummia è stato trasposto numerose volte. Non sono quasi mai dei sequel, piuttosto dei film dalle storie riformulate o differenti l’una dall’altra, con dei punti in comune.
In questo film alcuni archeologi fanno una scoperta che da tempo bramano: il rinvenimento del sarcofago dalla principessa Ananka. Durante il sopralluogo uno di loro viene aggredito da una mummia, ma nessuno gli crede. Alcuni anni dopo i membri della spedizione vengono uccisi uno dopo l’altro da quella stessa Mummia che, risvegliata da un seguace del dio Karnak, vuole vendicare la profanazione del sarcofago. Mentre la Mummia è intenta a uccidere l’archeologo John Bannings, l’intervento della moglie Isobel ferma l’aggressione.
La donna è infatti identica all’amata principessa Ananka. Questo film è stato messo in cantiere dalla Hammer Film Production, casa di produzione Britannica, dedicatasi al genere Horror per quasi un ventennio, dagli anni ’50 ai ’70, e affidando numerosi film alla regia di Fisher, suo uomo di punta. Nel ’57 il regista è al lavoro con Peter Cushing e Christopher Lee ne La maschera di Frankenstein. Ne La Mummia riunisce i tre artisti una volta di più con Lee nei panni della cariatide e Cushing in quelli dell’archeologo John Bannings. Questi due attori sono una presenza costante nei film Horror della Hammer: nel ciclo Frankenstein, nel ciclo Dracula e in quello della Mummia.
La Mummia di Fisher riesce nell’intento di tratteggiate tematiche importanti che fanno riflettere sulla società dell’epoca…
Lee è stato uno dei più bravi trasformisti viventi. Splendida l’ultima interpretazione di Saruman nella trilogia de Il Signore degli Anelli e in quella del prequel Lo Hobbit. Dall’inizio della sua carriera nel 1948 ha lavorato in quasi 280 pellicole, tra cinema e TV. Nel film di Fisher, lo sguardo di Lee incute soggezione, ma in quegli occhi si può scorgere anche il disorientamento quando rivede in Isobel il suo amore perduto. Nonostante la durata simile, questo film è narrativamente più corposo e risolutivo nei vari passaggi rispetto a quello del ’32 diretto da Karl Freund.
Si possono notare, però, situazioni comuni ad entrambi. Il sentimento provato dal ministro per la principessa, la causa della sua mummificazione e la reazione di questi quando, millenni più tardi, il suo sguardo incrocia quello della principessa reincarnata. I personaggi sono ben delineati e sono tratteggiate delle tematiche che fanno riflettere sulla società dell’epoca. Vi si raffigura una società aperta al nuovo, che lascia dietro di sé le antiche credenze. Una società in cui si possono apprezzare le culture passate nei musei, grazie alle scoperte archeologiche. Molto acuto lo scontro dialettico tra John Bannings e l’egiziano, che porta alla luce quanto ancora credenze e superstizioni siano vive in coloro che le alimentano.
La Mummia (The Mummy.) Gran Bretagna 1959 Regia di: Terence Fisher. Genere: Horror. Durata: 88′. Cast: Peter Cushing, Christopher Lee, Yvonne Furneaux, Eddie Byrne, Felix Aylmer, Raymond Huntley, George Pastell, George Woodbridge, Harold Goodwin, Denis Shaw. Fotografia: Jack Asher. Musiche: Franz Reizenstein. Sceneggiatura: Jimmy Sangster.
La Mummia, recensione del film diretto da Terence Fisher.
Valutazione finale: 7/10