La top 10 cinematografica del 2023

a cura di Ciro Andreotti

Il Covid è ormai lontano tre anni e la sua recrudescenza non sembra più incidere sugli incassi delle sale cinematografiche. Semmai sono le piattaforme, di ogni genere e tipologia, che stanno incidendo negativamente sulle scelte di chi fra una sera o un pomeriggio da trascorrere al cinema, oppure una serie televisiva o un film consumati a domicilio, preferisce optare per questi ultimi, probabilmente favorito nella scelta anche dal ricordo distante, ma non troppo, del Lockdown, che ha variato sensibilmente ogni scelta di fruizione trasformandola in un’attività da consumare fra le mura domestiche. 

Nonostante però tutti questi ‘se’ e ‘ma’ anche per quest’anno la settima arte ha prodotto una manciata di pellicole che pensiamo meritino di essere ricordate. A elenco ultimato ci siamo accorti che in prevalenza l’anno che sta volgendo al termine ci lascerà il ricordo piacevole di un cinema di casa nostra in forte ripresa, con ben tre autori esordienti, e proprio per questo pesantemente rappresentato nella nostra classifica.

Ma bando alle ciance ed ecco a voi la nostra top 10

C’è ancora domani. La romana Paola Cortellesi s’ispira alle narrazioni della madre, proveniente dall’Abruzzo, per mettersi per la prima volta dietro la macchina da presa, rivolgendo lo sguardo verso un passato remoto, gli anni ’40, ma trattando un tema quanto mai attuale; la condizione della donna nella famiglia patriarcale, nella quale il ruolo di marito e padre (padrone) spetta a Valerio Mastandrea. Film d’esordio impreziosito dal bianco e nero e che a fine dicembre dice circa trenta milioni d’incasso. Qui la nostra recensione


Paola Cortellesi in una scena di C’è ancora domani

Oppenheimer. Cillian Murphy perde peso e si dedica alla meccanica quantistica. Christopher Nolan ne sceneggia le gesta e lo dirige per spiegare non la creazione della bomba atomica, ma come il dottor J. Robert Oppenheimer sia diventato famoso e velocemente caduto nel dimenticatoio e quali le implicazioni morali dietro al creatore del progetto Manatthan. Qui la nostra recensione

Comandante. Le scelte anticonformiste del comandante della marina Italiana: Salvatore Todaro, abituato ad abbattere navi nemiche ma anche a salvarne le vite dei naufraghi, è narrata in maniera claustrofobica, tutto il film si svolge nel ventre di un sommergibile della marina Italiana, da Edoardo De Angelis. Menzione particolare per il solito ed eccellente Pierfrancesco Favino, che troveremo anche nella successiva pellicola. Qui la nostra recensione.

L’ultima notte di Amore. Ancora Pierfrancesco Favino nella parte questa volta di un tenente di polizia prossimo alla pensione e coinvolto in un caso ben più grande di lui. Pellicola firmata da Andrea Di Stefano che saccheggia a mani basse il mondo dei film e serie televisive d’oltreoceano. Qui la nostra recensione.

Mia. Altro film tristemente di attualità che riguarda i temi dello stalking e del Revenge porn trattati dal punto di vista di un padre (Edoardo Leo) che desidera proteggere la propria figlia e la propria famiglia. Ivano De Matteo dirige e co-sceneggia con grande sapienza e molta credibilità. Qui la nostra recensione.

Con la grazia di un Dio. il Dandi di Romanzo Criminale – La serie (id.; 2008-2010) – Alessandro Roja – decide di passare dietro la macchina da presa firmando un thriller adrenalinico in cui Luca, interpretato dall’attore di teatro Tommaso Ragno, torna nella natia Genova dopo molti anni di assenza, dando vita a una caccia ai ricordi destati dalla morte del fratello. Anche in questo caso siamo in Italia, ma avremmo potuto essere ovunque. Scelta d’esordio non facile per una pellicola che sa mischiare il lato più thriller con l’introspezione.

Tommaso Ragno protagonista della pellicola di Alessandro Roja

The Old Oak. Ken Loach firma la sua ultima fatica all’insegna del tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. Lo fa osservando il mondo degli ultimi dal punto di vista dei penultimi. Tema difficile con il quale misurarsi e con l’evidente rischio di finire nella più classica retorica. Il regista di Nuneaton riesce però a trattarlo con la solita maestria. Qui la nostra recensione

Palazzina LAF. Altro regista esordiente (il pugliese Michele Riondino) che in tal caso decide di parlare dell’ILVA di Taranto, ma non per trattare il problema inquinamento, ma per ricordare il primo caso di mobbing, scoppiato in Italia nel 1997 proprio all’ILVA. Da vedere perché il regista ha setacciato accuratamente i fascicoli dei processi che hanno portato alla colpevolezza di numerosi dirigenti e sopratutto da vedere per non dimenticare. Qui la nostra recensione.

Il regista Michele Riondino durante le riprese del suo film d’esordio

Killers of The Flower Moon. Robert De Niro e Leonardo DiCaprio ci raccontano cosa accadde a cavallo degli anni ’20 dello scorso secolo, fra uomini bianchi e membri della tribù Osage, proprietari di quasi tutto il petrolio dell’ Oklahoma e per questo vittime di numerosi omicidi inspiegabili. Basato sul saggio omonimo firmato da David Grann la pellicola fiume firmata da Scorsese è, dopo Gangs of New York e The Irishman, il ritorno alla narrazione più spiccatamente storica senza rinunciare alla possibilità di firmare un ennesimo Blockbuster. Qui la nostra recensione

The Burial – il caso O’Keefe. Film di stampo giudiziario, e fin qui non ci sarebbe nulla di nuovo, in cui i due protagonisti Jamie Foxx e Tommy Lee Jones sanno dare voce a due protagonisti spinti sia da ragioni economiche, ma anche da ideali che non gli impediscono di dare vita a un clima da black comedy trasformando il film diretto da Maggie Betts in un prodotto unico nel suo genere. Qui la nostra recensione.

La top 10 cinematografica del 2023