La vendetta del Mostro, recensione del film diretto da Jack Arnold.
Diretto da Jack Arnold, La vendetta del mostro (Revenge of the Creature, 1955) è il primo dei due sequel de Il mostro della laguna nera. Rita, l’imbarcazione del capitano Lucas, torna nuovamente alla laguna nera con a bordo due scienziati intenzionati a catturare la creatura a qualsiasi costo. Per riuscire a sopraffare il mostro posizionano in acqua dei pacchi di dinamite galleggianti. Privo di sensi, Gill-Man viene portato in un parco marino in Florida per studiarlo e farlo diventare al tempo stesso un’attrazione turistica. Viene incatenato, ma riesce a fuggire…
Proseguono i rimandi narrativi a King Kong. Ciò che non riesce a fare il personaggio di Mark nel primo capitolo, lo mettono in atto gli scienziati di questo sequel, dando in pasto al mondo la creatura. Le riprese iniziano nel giugno del 1954, quando la produzione si rende conto del favoloso successo che avrebbe ottenuto Il mostro della laguna nera. Negli Stati Uniti esce in sala l’11 maggio 1955, mentre in Italia bisognerà aspettare il 1959, ritardi che in quegli anni erano ricorrenti e accomunavano tutti i generi.
Nella parte iniziale del film appare in un cameo Clint Eastwood, nella primissima esperienza cinematografica. L’attore veste i panni dell’assistente di laboratorio del prof. Ferguson. La sua parte dura pochi minuti, ma lo si riconosce immediatamente, seppur giovanissimo, rispetto al cameo fatto in “Tarantola” con l’imbragatura da pilota. È stato doppiato dal bravissimo Oreste Lionello. In “La vendetta del mostro” si avverte una tensione e un’inquietudine minore rispetto al primo film della trilogia. Questa pellicola ha meno enfasi, anche se mantiene l’interesse di colui che guarda fino alla fine. Il regista mette in scena dei risvolti narrativi già utilizzati in precedenza.
Nella parte iniziale del film appare in un cameo Clint Eastwood, nella primissima esperienza cinematografica…
Uno di questi sembra riprenderlo da “Assalto alla Terra”, quando una formica gigante si avvicina alla finestra della camera della protagonista femminile. La creatura fa la medesima azione, ciò che differisce è il non essere vista dalla donna. Altra scena ripetuta è quella del rapimento della bella con tuffo in acqua, già visto nel primo film della serie. Arnold ha creato delle situazioni in cui il pericolo si sente meno. Si è voluto soffermare un po’ di più sulla storia d’amore del prof. Ferguson ed Helen e sul conseguente desiderio e una parvenza di gelosia che Gill-Man nutre nei confronti della donna.
Questi sentimenti rimarranno irrisolti in attesa del capitolo conclusivo “Il terrore sul mondo”.
Con “La vendetta del mostro” Arnold crea un connubio tra fanta-horror e un accenno di commedia romantica per poter catturare l’interesse del gentil sesso, oltre quello maschile. E lo fa anche tramite la scelta dell’interprete maschile John Agar, apprezzato – all’epoca – anche per il suo fisico, che Arnold sapientemente mette in mostra in più di un’occasione.
Per quanto abbia meno pregi del primo capitolo, non sfigurerà nella videoteca dei collezionisti e degli amanti del genere. Questa trilogia conclude tutta una serie di mostri portati sullo schermo dalla Universal Pictures iniziata nel 1923 – con “Il gobbo di Notre Dame” di Wallace Worsley – e finita nel 1956 – con “Il terrore sul mondo” di John Sherwood – e spianerà la strada ad un altro genere di mostri: i serial killer del cinema horror degli anni seguenti. Il capostipite di questa nuova serie è rintracciabile nell’hitchcockiano Norman Bates, protagonista dell’insuperabile Psyco (1960).
La vendetta del Mostro (Revenge of the Creature.) USA 1955 Regia di: Jack Arnold. Genere: Fantascienza, Horror Durata: 82′. Cast: John Agar, Lori Nelson, John Bromfield, Nestor Paiva, Grandon Rhodes, Dave Willock, Robert Williams, Charles Cane. Fotografia: Scotty Welbourne. Musiche: William Lava, Henry Mancini, Milton Rosen, Hans J. Salter, Frank Skinner, Herman Stein. Sceneggiatura: Martin Berkeley.
La vendetta del Mostro, recensione del film diretto da Jack Arnold.
Giudizio finale: 6/10