John Grisham è sulla scena letteraria da più di un trentennio, regalando ogni anno ai suoi lettori storie avvincenti ed emozionanti. Certo scegliere di mettersi in gioco con questa cadenza può a volte incidere sulla tenuta di tutte le storie raccontate.
Grisham ha saputo scrivere dei veri capolavori del genere legal thriller, che inchiodano alla poltrona il lettore pagina dopo pagina fino all’epilogo, ma anche storie un po’ più deboli, dal sapore già scontato o conosciuto.
Ciò è accaduto di rado con i lavori degli ultimi anni, come con “Io confesso” (2010). Il suo stile rimane impeccabile, tuttavia i risvolti narrativi messi in campo non catturano l’attenzione come era nelle intenzioni. “L’ombra del sicomoro” (2013) è una di quelle storie che si colloca nel mezzo, avvincente e coinvolgente quanto basta per esserne soddisfatti.
Vi si racconta il seguito de “Il momento di uccidere” (1989). Dopo aver vinto il caso Carl Lee Hailey, l’avvocato Jake Brigance si ritrova a non avere chissà quale clientela e guadagni. Nonostante la causa giudiziaria abbia fatto scalpore, i tre anni successivi sono trascorsi in maniera sommessa per Jake e la sua famiglia. La situazione cambia quando gli perviene una busta contenente un testamento e una lettera a lui personalmente indirizzata da parte di Seth Hubbard, nome e persona mai conosciuta.
Quando l’avvocato si mette a leggere i documenti si rende conto che presto scoppierà un putiferio per ottenere l’eredità di un uomo, che è riuscito a nascondere a tutti l’ammontare del suo patrimonio, dal quale esclude anche i figli. In più Seth chiede a Jake di rendere pubbliche le sue volontà solo dopo il funerale, in quanto vuole che i suoi figli, ignoratolo per anni, si “struggano” durante i rituali del lutto, prima di sapere che non avranno nulla.
Il 90% del patrimonio andrà a Lettie Lang, la cameriera di colore, che gli è stata vicina, rivestendo il ruolo anche di infermiera, negli ultimi tre anni. Ci sarà da divertirsi quando la notizia verrà fuori, la lotta sarà molto aspra. Jake è pronto ad una sfida durissima e non ha intenzione di tirarsi indietro.
De “L’ombra del sicomoro” è suggestiva già la copertina, ovvero la carta da visita di un libro, se non si è a conoscenza del perché della composizione dell’immagine presentata. Dopo aver letto le prime righe del primo capitolo tutto si fa chiaro, eppure – per molti – il cambio di prospettiva con cui si guarda la foto, non cambia l’aspetto suggestivo, avuto in precedenza, che permane.
È una sensazione individuale, ma in effetti l’impressione fascinosa di un oggetto o una composizione di oggetti in una foto, che si è visto positivamente non cambia quando si scopre l’aspetto oscuro che cela dietro (e può accadere anche il contrario).
Grisham rimette sotto i riflettori il protagonista di uno dei suoi capolavori, portando nuovamente il lettore a parteggiare per lui, ad avere fede in lui, a essere convinto che anche questa volta riuscirà a vincere e a scoprire quali segreti aveva Seth Hubbard, talmente indicibili da portarseli nella tomba.
E così ecco il lettore avvinghiato nel suo intreccio, pronto a scuoterlo e a incuriosirlo.
L’ombra del sicomoro Titolo originale: Sycamore Row Autore: John Grisham Traduzione: Nicoletta Lamberti e G. L. Staffilano Casa editrice: Mondadori, 2013 Pagine: 535 Prezzo: Omnibus (copertina rigida) € 20 Oscar Bestsellers (copertina morbida) € 13 E-book disponibile