a cura di Ciro Andreotti
Un gruppo di amici di vecchia data s’incontra presso la villa al mare di una coppia di loro per festeggiare il compleanno di Elsa, la padrona di casa. Enrico, uno degli invitati, è un fisico che sta monitorando da tempo la traiettoria di un asteroide che si sta avvicinando pericolosamente all’atmosfera terrestre.
Liliana Cavani torna dietro la macchina da presa a oltre due decenni da Il gioco di Ripley (Ripley’s Game; 2002) basato sul romanzo omonimo di Patricia Highsmith, non prima di aver dato vita a qualche miniserie televisiva di buon successo, creata per scopo didattico.
Questo l’excursus con il quale la regista più longeva del nostro cinema, il 12 gennaio compirà 91 anni, ha avvicinato l’80° mostra del cinema di Venezia, che proprio lo scorso mese di agosto le ha assegnato il Leone d’oro alla carriera e al tempo stesso ha accolto il suo tredicesimo lungometraggio presentandolo fuori concorso.
Rielaborando il saggio omonimo del fisico Carlo Rovelli, nel quale si analizzava il mutare e lo scorrere del tempo a seconda di differenti punti di vista, in una sceneggiatura scritta a quattro mani assieme al regista Paolo Costella, la regista emiliana da voce, attraverso i discorsi pseudo intellettuali di un manipolo di vecchi amici, a quei dubbi che potrebbero attanagliare un pianeta che al momento è ignaro di quello che sta per accadere; un asteroide ha ottime probabilità di schiantarsi sulla superficie terrestre distruggendola. Fra i protagonisti, tutti invitati alla festa di compleanno della padrona di casa (Claudia Gerini), è presente un fisico (Edoardo Leo) che sta seguendo la traiettoria dell’asteroide e che dopo numerose sollecitazioni svela ai presenti il rischio verso cui stanno correndo. A quel punto consapevoli che potrebbe essere arrivata la fine del pianeta, tutti i presenti, professionisti appartenenti alla borghesia Romana, preferiscono vuotare il sacco su cosa pensino gli uni degli altri, trasformando il soggiorno sul litorale in una sorta di regolamento di conti.
Il saggio di Rovelli è quindi rivisto attraverso la relatività con la quale viviamo i vari momenti della nostra esistenza, come lo scorrere del tempo possa variare alla luce di eventi imprevedibili e di come ciascun momento rappresenti un unicum prezioso. Il cast assemblato per l’occasione ha in Edoardo Leo, Claudia Gerini, Alessandro Gassman nel ruolo di Pietro (il marito di Elsa), Francesca Inaudi e Valentina Cervi, gli esponenti più celebri di un manipolo di attori ben amalgamati e scelti con grande cura. Il clima che si respira è un misto fra il Grande Freddo (the Big Chill; 1983) e Perfetti sconosciuti (id.; 2016), ovvero un film con tanto di scontro intergenerazionale al quale i presenti non possono sottrarsi a causa di un tempo che al contrario di quel che pensano, può estinguersi velocemente.
Pellicola quindi meno intellettuale rispetto al saggio dal quale è stata ispirata, inoltre non siamo nell’orbita di un Disaster Movie. Ma film che al tempo stesso è uno spaccato della nostra società attanagliata fra dubbi, ansie, paure e spesso amicizie solamente in teoria solide come la roccia.
L’ordine del tempo (id.) Italia – Belgio. 2023 Regia di: Liliana Cavani. Genere: Drammatico, Durata: 102′. Cast: Alessandro Gassmann, Edoardo Leo, Claudia Gerini, Valentina Cervi, Ksenia Rappoport, Francesca Inaudi, Richard Sammel, Fabrizio Rongione, Ángela Molina, Alida Baldari Calabria, Mariana Tamayo, Angeliqa Devi. Fotografia: Enrico Lucidi. Musiche: Vincent Cahay Soggetto: Carlo Rovelli Sceneggiatura: Liliana Cavani, Paolo Costella. Produzione: Indiana Production, GAPBusters, Vision Distribution. Distribuzione: Vision Distribution