L’uomo della pioggia, di Francis Ford Coppola

a cura di Ciro Andreotti

Rudy Baylor e Deck Shifflet, l’uno giovane e prossimo a diventare avvocato. E l’altro un tuttofare che svolge la mansione di procacciatore di casi battendo il mondo ospedaliero, si trovano a difendere Dot Black una donna con un figlio affetto da leucemia e al quale l’assicurazione sanitaria non vuole riconoscere alcun genere di risarcimento.

Un film come se ne vedevano una volta. Dove i buoni, o quasi, trionfano. E le aziende che portano alla morte un povero ragazzo malato per colpe non sue, sono costrette a risarcirlo. John Grisham, padre dei Legal – Thriller d’oltre oceano. Ex avvocato inizialmente prestato al mondo della narrativa e poi migrato in quello della ‘settima arte’, offre a Francis Ford Coppola il suo sesto romanzo creando al tempo stesso un ennesimo caso letterario decisamente fortunato.

A dare voce allo scrittore originario di Jonesboro ci pensa il regista e produttore originario di Bernalda (Matera), che abbandonate le scene de il PadrinoParte III (The Godfather Part III; 1990), e la rivisitazione del Dracula (id.; 1992) di Bram Stoker, decise d’immergersi nel mondo forense guidato da un giovane avvocato idealista, Matt Damon, e da uno scafato, ma onesto, tuttofare, capace di usare la legge a proprio piacimento; Danny DeVito in grado di essere la vera anima della pellicola, molto più di un Matt Damon quanto mai insipido e senza particolare verve recitativa. Assieme a De Vito è da sottolineare la prova di Jon Voight, nel ruolo dell’avversario in tribunale di Damon (il corrotto avvocato Leo Drummond) calatosi in una parte decisamente molto al di sopra delle canoniche righe. Esattamente come sopra le righe pare fin da subito Mickey Rourke, titolare dello studio presso il quale i due protagonisti lavorano. Amante di completi gessati viola degni di un gangster. Legato a doppia mandata con il mondo del crimine e al tempo stesso vittima di una sceneggiatura che non ha voluto approfondirne più di troppo il personaggio, negando alla pellicola un ulteriore respiro narrativo.

Film per il quale offriamo una sufficienza di stima. Perché capace di trangugiarsi tutto d‘un fiato e senza particolari colpi di scena inattesi, intuendo sin dalle prime battute quale ne potrebbe essere l’epilogo. Ma film che al tempo stesso tracciò un solco preciso nella produzione letteraria di Grisham che per la prima volta offrì al mondo del cinema un’opera nella quale non erano presenti complotti più grandi dei protagonisti, ma solamente un caso da risolvere.

Valutazione Finale: 6 / 10

L’uomo della pioggia – The Rainmaker (The Rainmaker) USA, 1997 Regia di: Francis Ford Coppola Genere: Drammatico, Thriller Durata: 135′. Cast: Matt Damon, Mickey Rourke, Danny DeVito, Danny Glover, Claire Danes, Jon Voight, Andrew Shue, Roy Scheider, Virginia Madsen Scenografia: Howard Cummings Fotografia: John Toll Musiche: Elmer Bernstein Montaggio: Melissa Kant, Barry Malkin Soggetto: John Grisham Sceneggiatura: Francis Ford Coppola Produzione: American Zoetrope, Constellation Films, Paramount Pictures Distribuzione: Medusa Film

L’uomo della pioggia, di Francis Ford Coppola