Dopo un anno trascorso in preda a un’inspiegabile insonnia l’operaio Trevor Reznik è ormai ridotto ad ombra di se stesso. L’insonnia che lo sta lentamente erodendo lo porta a provocare un incidente nel quale rischia di perdere la vita un collega. Visto di pessimo occhio dai vertici aziendali ed evitato dai colleghi, Trevor inizia a sospettare di essere al centro di una perfida macchinazione.
“Perchè Trevor Reznik Non riesce a dormire da un anno ? E chi sta complottando alle sue spalle ? “
Alla domanda cerca di offrire una risposta uno scheletrico Christian Bale, qui nella sua prima trasformazione fisica importante. Aggirandosi nelle lunghe ore notturne per la città: fra un caffè consumato al bar dell’aeroporto, un libro da leggere, durante giornate passate lavorando in officina, in mezzo a colleghi che lo evitano con disgusto, alternando ogni azione al ritrovamento di post–it, che denunciano l’entrata in scena di un nemico al momento da identificare. Nemico che si diverte a consumare le ultime forze di questo spettro di pochissimi chili che si trascina fra gli anfratti delle proprie paure.
Brad Anderson impose a Chrstian Bale di girare inizialmente la conclusione di una pellicola assolutamente imperdibile per i fans degli horror a sfondo psicologico. Domandandogli in seguito un ulteriore sforzo supremo, ovvero un dimagrimento, in appena dodici mesi, di ben trenta chili, al punto di trasformarlo da muscoloso protagonista di pellicole come American Psycho (id.; 2000), di Mary Herron, a spaventapasseri pieno di psicosi.
La pellicola di Anderson, tratta da un soggetto dell’allora studente Scott Kosar, rappresenta alla fine molto più sia di un semplice thriller sia di un horror, causa l’assenza di scene splatter. Perché alla fine è il semplice stridere di un violino e lo sbarrare degli occhi di Bale, qui in una forma fisica non certo apprezzabile, ma sicuramente in una forma recitativa invidiabile, che ci restituiscono quelle paure che solo grandi maestri del brivido, quali Cronenberg e Hitchcock con le loro atmosfere cupe, hanno saputo donarci.
Atmosfere sottolineate da una fotografia livida unita a poche note di colore sapientemente centellinate, ma capaci di stagliarsi nel grigiore quotidiano e notturno di un protagonista solitario che trova in una prostituta comprensiva, interpretata da Jennifer Jason Leigh, e in una cameriera interpretata da Aitana Sánchez-Gijón, le uniche fonti di conforto per una salute ormai cagionevole.
Pellicola da vedere per sciogliere i dubbi in merito all’esistenza di un nemico inizialmente invisibile e soprattutto per apprezzare appieno un attore che ormai da due decadi sa deliziarci con personaggi ai limiti della perfezione recitativa.
Concludiamo con una nota quanto meno singolare: dopo pochi mesi dalla conclusione delle riprese, Bale doveva essere pronto per interpretare il ruolo di Batman nel nuovo film dedicato all’’uomo pipistrello e firmato da Chrisopher Nolan. Se in precedenza lo sforzo per lui era quindi stato: liberarsi velocemente di trenta chili superflui, altrettanto velocemente ha dovuto recuperare massa muscolare nel breve volgere di quattro mesi.
L’uomo senza sonno (The Machinist) Italia, 2023 Regia di: Brad Anderson Soggetto: Scott Kosar Sceneggiatura: Scott Kosar Genere: Drammatico, Thriller Durata: 104′ Montaggio: Luis De La Madrid Scenografia: Alain Bainée Cast: Christian Bale, Jennifer J.Leigh, Aitana Sanchez, John Sharian, Micheal Ironside, Larry Gilliard Jr.Reg E. Cathey, Anna Massey Fotografia: Xavi Gimenez Musica: Roque Baños Produzione: Filmax Group, Castelao Producciones, Canal+ España, Castelao Pictures Distribuzione: Nexo
L’uomo senza sonno, di Brad Anderson