Morte a 33 giri, recensione del film diretto da Charles Martin Smith.
Sammy Curr, icona della scena Heavy Metal, è l’idolo di Eddie Weinbauer detto Ragman, studente di liceo regolarmente preso di mira dai bulli della scuola per il suo comportamento fuori dall’ordinario. Quando Sammy morirà in un incendio, Ragman si sentirà perduto fino a quando un dj di una radio locale non gli regalerà l’ultimo LP inciso dallo stesso Sammy prima di morire. Proprio ascoltando l’LP Eddie riceverà dei consigli su come vendicarsi di tutti coloro che lo prendono regolarmente di mira.
Sul finire dell’estate del 1987 uscì al cinema una pellicola graffiante come un riff di chitarra e veloce come una sessione hard rock. A metterla in pista il regista Charles Martin Smith, noto al pubblico prevalentemente per l’attività di attore di teatro e cinema. Suo il ruolo di Terry ‘Frog’ Fields in American Graffiti, di George Lucas e più recentemente di Oscar Wallace nel pluripremiato The Untouchables, di Brian De Palma.
Trick or Treat, tradotto in modo originale in Morte a 33 giri, rappresenta più che un film horror un inno alla musica metal degli ’80, con richiami continui alla scena made in USA e camei difficilmente riconoscibili come Gene Simmons, nella parte di uno speaker radiofonico, e John Michael ‘Ozzy’ Osbourne in quello di un prelato poco incline ad accettare i chiari riferimenti sessuali di molti testi delle canzoni. Nel mezzo appaiono poster appiccicati con le puntine da disegno nella camera del protagonista, l’allora diciottenne Marc Price, a lungo protagonista del serial Family Ties, alle nostre latitudini meglio noto con il titolo di Casa Keaton, e di LP ascoltati con dedizione mistica.
Un film che è un inno alla musica metal degli anni ’80!
È infatti da questi presupposti che si dipana una trama vista molte volte nelle commedie, e non solo nei film horror, dell’epoca. Un ragazzo ostracizzato dal gruppo, perché visto come diverso dalla massa, ha la possibilità di vendicarsi senza alcuna pietà e grazie a qualche ritrovato noto esclusivamente a lui, in tal caso la matrice di un LP nel quale sono spiegate per filo e per segno le mosse che deve compiere per restituire con gli interessi le sberle ricevute sino a quel momento.
Alla vendetta si unisce anche un chiaro cambiamento caratteriale, il pavido Eddie, portato in scena in maniera convincente da Price, oggi comico e cabarettista di successo, diventa più spavaldo e più sicuro dei propri mezzi riuscendo a conquistare anche una ragazza che in precedenza nemmeno lo guardava, il tutto prima di una presa di coscienza che impedirà al suo ex idolo di trasformare la notte di Halloween, da qui il chiaro riferimento al Trick or treat del titolo originale, in un bagno di sangue. Colonna sonora imperdibile per gli amanti del genere e affidata in toto alla band Metal dei Fastway. Da vedere se amate il genere musicale che fa da inno alla pellicola e se volete immergervi in un ‘come eravamo’ ancora relativamente recente
Morte a 33 giri (Trick or treat.) USA 1985 Regia di: Charles Martin Smith. Genere: Horror Durata: 97′. Cast: Marc Price, Tony Fields, Gene Simmons, Lisa Orgolini, Doug Savant, Elaine Joyce, Ozzy Osbourne, Glen Morgan. Fotografia: Robert Elswit. Musiche: Fastway. Sceneggiatura: Rhet Topham, Joel Soisson, Michael S. Murphey.
Morte a 33 giri, recensione del film diretto da Charles Martin Smith.
Valutazione finale: 7,5/10