“Norma Rae“, recensione del film diretto da Martin Ritt.
In un piccolo paese dell’Alabama gran parte della popolazione lavora da sempre nella locale fabbrica tessile. Non fa eccezione la trentenne Norma Rae (Sally Field). Madre single che esattamente come i suoi genitori vi lavora nel corso di turni massacranti che non tengono conto dello stato di salute degli operai. L’arrivo in città di Reuben (Ron Leibman), sindacalista Newyorkese, mette tutti i lavoratori, e in particolare Norma, di fronte alla necessità di sindacalizzarsi in difesa dei propri diritti.
Talvolta, ma solo talvolta, la classe operaia può ambire al paradiso. Nell’America ultra puritana e liberista della fine dei ’70 Norma Rae Wilson è un’eccezione. Non particolarmente legata alla locale regola che vorrebbe le donne pronte a lavorare in fabbrica e ad accudire i figli nati da matrimoni combinati all’interno del luogo di lavoro o in alternativa nel piccolo paese. Al contrario Norma ha la fama di libertina. Ha due figli nati al di fuori di un matrimonio mai celebrato e vive ancora con i genitori che fra l’altro sono anche suoi colleghi.
Il viso di Sally Field che nel 1979 vinse per la sua interpretazione il suo primo Oscar da protagonista, incornicia alla perfezione la vita di una donna figlia dei suoi tempi. Ma anche pronta ad affrancarsi dalla rigida educazione paternalistica alla quale è sempre stata sottoposta. Al tempo stesso Norma è altrettanto spaesata per non aver visto molto altro che esca dal perimetro del suo luogo di lavoro. A darle una mano e un’indicazione su una possibile strada da seguire, un sindacalista idealista dalle sembianze del caratterista Ron Leibman. Differente dal fidanzato Sonny, impersonato da Beau Bridges, che come Norma si adagia comodamente su una vita già tracciata per lui.
La presa di coscienza alla quale il sindacalista Newyorkese sottopone la piccola comunità è uno tsunami dal quale nessuno dei presenti potrà sfuggire. Tracciando un solco che solo il tempo e un seguito che mai fu portato sul grande schermo, avrebbe potuto descriverci. Da vedere per capire come sia cambiata la presa di coscienza delle masse e di come un fattore esterno e forse più lungimirante possa cambiare in meglio la vita di una piccola comunità.
Norma Rae (Id.) USA 1978 Regia di: Martin Ritt. Genere: Drammatico Durata: 115′ Cast: Sally Field, Beau Bridges, Ron Leibman, Pat Hingle, Barbara Baxley, Gail Strickland, Morgan Paull, John Calvin, Bob Minor. Sceneggiatura: Irving Ravetch, Harriet Frank Jr. Fotografia: John A.Alonzo. Musiche: David Shire.
“Norma Rae“, recensione del film diretto da Martin Ritt.